La roccia uno di Zurla è stata la località fondamentale intorno alla quale si è svolta la parte della spedizione FUI nella Val Camonica di Settembre 2020.
Va ricordato che questo luogo è normalmente interdetto al pubblico. La delegazione FUI ha potuto realizzare la visita di studio al sito grazie alla concessione di un permesso speciale da parte della direzione del Parco delle incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Colgo ancora l’occasione per ringraziare di questa opportunità concessaci.
La Roccia Proibita
La scelta di chiudere la Roccia di Zurla può apparire negativa. Tuttavia nella realtà tale norma ha delle più che fondate ragioni. La roccia infatti è un enorme piano inclinato liscio ad eccezione di alcune piccole fratture che la attraversano. La pendenza si aggira intorno ai 45° e il piano inclinato termina con uno strapiombo.
Se uniamo questa caratteristica al fatto “sacrosanto” che sulle rocce incise si si può salire solo senza scarpe (per ragioni di salvaguardia delle incisioni) si comprende subito come sia impossibile permettere l’accesso al pubblico su questo sito.
Un Luogo Difficile
Il sito di Zurla è davvero particolare e subito costringe a pensare. Mi spiego: perché sfidare il destino rischiando di scivolare o di ferirsi per realizzare delle incisioni in un luogo cosi pericoloso? Se valutiamo poi che in quel periodo anche una banale ferita poteva essere fatale, per forza è necessario ipotizzare delle ragioni non solo forti ma addirittura irrinunciabili.
Non è possibile quindi, a mio avviso, prescindere dalla comprensione di queste ragioni nell’analisi della roccia di Zurla.
Gli archeologi suppongono che l’unica ragione di questa “stranezza” sia religiosa. Siamo quindi al cospetto di un luogo sacro. Mi sento di aggiungere che probabilmente la roccia uno di Zurla sia stata non solo sacra ma anche un luogo iniziatico accessibile a pochi selezionati eletti. Un posto difficile da raggiungere e dove il solo andarci era una prova che selezionava incisori e fruitori.
Conoscenze Segrete
Proprio per queste ragioni Zurla rappresenta un’eccezionale opportunità per indagare nelle più segrete conoscenze degli antichi Camuni. Comincio quindi un’esposizione di alcuni elementi che si trovano su questa roccia. Premetto doverosamente che su ogni argomento si potrebbe scrivere dei libri. Dunque approfondiremo i vari temi inseguito. Nella descrizione delle incisioni esporrò alcune mie idee e ipotesi sui significati di questi.
Gli Astronauti della Val Camonica
Le figure indubbiamente più celebri presenti a Zurla sono “gli Astronauti”. Questo sicuramente grazie a numerosi studi e trattazioni di importanti autori. I due esseri devono il loro nome principalmente al cerchio irraggiante che ne contorna il capo., che ricorda un casco. Io stesso ho tenuto numerose conferenze sull’argomento. Non mi dilungherò quindi in descrizioni. Ma quello che su questa roccia è estremamente significativo, nonché unico, è il fatto che qui gli astronauti sono rappresentati con le ali. Le altre rappresentazioni simili che troviamo nel parco in effetti non hanno le ali, ma conservano il cerchio intorno alla testa e la caratteristica posizione delle gambe e dei piedi, sulle punte. Come se non toccassero il terreno. Caratteristica unica tra tutti gli stilemi delle incisioni nella Valle.
Casco o Aureola
Ma considerando il “casco” con i raggi nell’insieme di una figura alata… mi sentirei di affermare che possiamo parlare piuttosto di aureola…!
Dunque forse più che di Astronauti dovremmo parlare di Angeli.
Dal mio punto di vista questo è sconvolgente. Un archetipo figurativo che diamo per originario della Mesopotamia sarebbe invece stato generato in Europa e molto prima. Con tutte le considerazioni che ne conseguono sulle conoscenze e sulle credenze di queste popolazioni e i loro contatti con il mondo.
Legata al cielo appare poi sicuramente il cerchio reticolato di splendida fattura. Anch’esso presente sulla roccia uno di Zurla. Figura di cui ha intelligentemente disquisito Gabriele Lombardo in un precedente articolo. Portando delle tesi che mi trovano ampiamente concorde.
Busti Atoracici
Altro elemento molto misterioso e presente quasi esclusivamente sulla roccia di Zurla sono i busti atoracici. Si tratta di figure umane realizzate con il tipico stile essenziale delle incisioni Camune. Tuttavia sono presenti solo testa, collo, linea delle spalle e braccia. Sono completamente assenti torace e gambe. Gli studiosi danno varie interpretazioni. Io personalmente mi sento di condividere appieno quella data da una delle nostre guide: si tratta di un’interpretazione semplice ma perfettamente calzante.
Abbiamo la presenza della testa che indica coscienza ed essenza. Le braccia sottolineano la possibilità di interazione. Manca il corpo. La descrizione si confà esattamente ad uno spirito.
Trovo davvero semplice ed efficace questo modo di rappresentare uno spirito o un entità non di questa dimensione. La cosa è davvero geniale nella sua semplicità e la trovo anche molto adatta al pensiero elementare ma estremamente acuto che attribuisco a questi antichi incisori.
La presenza quasi esclusiva a Zurla di questo particolare tipo di glifo rafforza il collegamento ipotizzato con questo sito e la conoscenze esoteriche e sottili. Un luogo riservato a coloro che intraprendevano un cammino iniziatico.
Labirinti e Spirali
A mio avviso legati proprio a questo cammino iniziatico troviamo poi numerosi labirinti e avvolgimenti, alcuni a cerchio altri meandriformi.
I labirinti circolari, sempre realizzati con un unico segno che si avvolge, sono proprio il simbolo del cammino spirituale pensiamo al celeberrimo labirinto sul pavimento della cattedrale di Chartres. Tuttavia qui siamo a millenni di distanza da quell’opera e ancor di più, almeno si crede, da concetti così profondi o mistici.
In poche parole lascia sbigottiti la presenza di glifi che riportano a queste tematiche in una società così arcaica. Lo stupore aumenta in virtù del fatto che che abbiamo sempre relegato questa popolazione nella definizione di “primitivi”.
Una delle immagini più significative, a Zurla, in tal senso e la seguente. Per maggior precisione ho utilizzato una rilevazione archeologica ufficiale.
La figura umana centrale, realizzata con il tipico stile elementare delle incisioni, ha i piedi ben piantati a terra: dunque essere umano e terreno.
In una mano “porta” un busto atoracico: egli è dunque capace di interagire con gli spiriti, è in “contatto” con essi e con il mondo non terreno.
Nell’altra mano regge un labirinto a spirale realizzato con un’unica linea: egli conosce la via. Lui ha la conoscenza del cammino. In un immagine così semplice sono intensamente rappresentati dei concetti di una profondità straordinaria.
Alcuni avvolgimenti hanno un andamento alternato meandriforme e la linea che li compone non si chiude. Possono essere la rappresentazione di un percorso che procede lentamente e a fatica, come una strada a tornanti in salita. Proprio come il progresso negli studi iniziatici.
Degna di nota, infine, è la teoria che vede in queste incisioni la rappresentazione reale di percorsi sacri realizzati sulla montagna grazie anche alla messa in opera di muri a secco. Le nostre guide ci hanno informato che si stanno verificando le similitudini con alcuni “castellieri” sacri o presunti tali e le rappresentazioni sulla roccia di Zurla. Esistono infatti esempi confermati di cartine topografiche incise sulle rocce del circondario (Cemmo Stone).
Il Fiocco di Neve
Personalmente poi devo confessare che sono stato oltremodo colpito dall’incisione denominata: “Fiocco di neve”. É un glifo estremamente semplice ma dal significato ancora tutto da scoprire.
Si tratta di una figura a cerchio realizzata incrociando in un punto centrale sei rette o bastoni che terminano in entrambe le estremità con una triforcazione del tutto simile alla runa Celtica/Nordica denominata Algiz.
In effetti il simbolo è un sigillo. Uso tipico delle rune nei popoli nordici. In particolare è praticamente identico al sigillo di protezione che spesso i vichinghi disegnavano, appunto, sui loro scudi.
La differenza qui è che ci troviamo un numero doppio di simboli essendo la “ruota” risultante composta da dodici raggi anziché sei.
Anche qui, come nel caso degli angeli/astronauti, però siamo in un contesto molto precedente alle tradizioni Norrene ed anche a quelle Celtiche che originarono le rune.
Il sigillo si compone poi di due ulteriori raggi. Gli unici che non hanno una prosecuzione oltre il centro. In cima a i quali la triforcazione si tramuta chiaramente in un busto atoracico.
A mio avviso il significato è chiaro: si invoca l’ulteriore protezione di due spiriti oltre a quella del sigillo. Da notare che la lunghezza dei due raggi con il busto atoracico non è uguale a quella degli altri raggi e nemmeno tra di loro. Anche questo avrà sicuramente una ragione., che tuttavia ora ci sfugge.
Mi sento di affermare che questo sigillo sia una sorta di “stele di Rosetta”. Secondo me i raggi con le figure atoraciche affiancati a quelli con la runa Algiz ne indicano l’affinità anzi: l’origine stessa della grafia di questa runa.
Algiz infatti è considerata la runa della protezione.
Protezione che da sempre l’uomo chiede agli spiriti o alle entità di dimensioni non materiali.
Qui in una sola figura abbiamo l’origine di un segno runico e la conferma dell’interpretazione spirituale del busto atoracico.
Uno Scrigno di Misteri
La roccia uno di Zurla è un vero e proprio tesoro di informazioni e notizie. La maggior parte di esse sono, per me, sconvolgenti. Qui abbiamo incise nella roccia alcune prove che considero capaci di riscrivere profondamente la storia per come la conosciamo.
Altre che definisco potenzialmente dirompenti. Legate tuttavia a teorie più ardite e, ad oggi, difficili da confermare.
Come potete capire siamo solo all’inizio. Questo anche in considerazione che la maggior parte della roccia di Zurla giace tuttora inesplorata sotto muschi e terriccio.
Sono convinto che abbiamo appena scalfito la superficie di questo meraviglioso luogo.
Un luogo magico che ci riserverà grandi sorprese, ne sono convinto.