Quanto segue è liberamente tratto della conferenza “Umanoidi volanti fra realtà e leggenda”, che ho tenuto il 18 ottobre 2021 presso il “Grand Hotel Regina” di Salsomaggiore Terme.
Con il termine “umanoidi volanti” si intende, dunque,l’insieme di quelle figure aeree di forma antropomorfa che rimangono non identificate.
Lasciando la loro casistica ad altre fonti, vediamo di fare alcuni ragionamenti, mettendone in evidenza i punti in comune e le problematiche che ne scaturiscono.
Chi sono?
Innanzi tutto, se si pensa alla natura di queste apparenze, diventa difficile capire se si tratti di robot meccanici, di creature aliene, di strani esseri umani o di insoliti animali. Quest’ultima possibilità, in realtà, andrebbe esclusa. Perché vien da chiedersi come mai non siano mai stati visti nutrirsi o riuniti in branchi oppure rinvenuti i loro scheletri.
A dire il vero, le ultime frontiere della fisica offrono una sorta di scappatoia al perché gli “umanoidi volanti” si vedano così raramente. Infatti, parlano di universi paralleli che si compenetrano con il nostro (più realtà nello stesso spazio fisico, potremmo dire) e in cui potrebbero vivere creature in tutto o in parte simili alla razza umana. E che, aggiungono stavolta le leggi esoteriche, intenzionalmente o perché evocate (nei modi più diversi) oppure “per sbaglio” giungono saltuariamente nel nostro mondo.
Ma proseguiamo nell’analisi…
Come si comportano?
Solitamente questi “umanoidi volanti” sono silenziosi, salvo che si tratti di apparizioni angeliche (si pensi all’angelo dell’Annunciazione che dialoga con Maria).
Silenziosi, dunque, ma piuttosto interessati alle vicende umane. E non potrebbe essere diversamente quando la mente corre al così detto “Mothman” (o “Uomo Falena”), che si legge impegnato in “gare di velocità” con terrorizzati automobilisti.
Altro punto da porre in evidenza, l’estrema eterogeneità delle manifestazioni. In pratica, non c’è un caso uguale all’altro, né come morfologia della creatura volante, né come suo comportamento. Il che è davvero singolare.
Prove?
Ma di prove di questi “umanoidi volanti”, ce ne sono? Zero… perché spesso quello che si ha è un unico testimone (o più testimoni,ma che spesso raccontano storie diverse).
Allora, vien da chiedersi, ma costoromentono? Alcuni, probabilmente, sì. Altri, sicuramente no, visto il ridicolo che quasi sempre attirano le storie strampalate (e non credo che qualcuno ami farsi prendere in giro).
Che si tratti, forse, di allucinazioni? Difficile dimostrarlo, a maggior ragione quando il caso è unico ed irripetibile.
E, poi, come mai a certi testimoni “capita di tutto” (perché vedono UFO, fantasmi ed altre cose strane) e ad altri mai nulla? Che ci sia una predisposizione, diciamo, d’animo?
Ad ogni caso, occorre sempre porsi una domanda. E, cioè, il fatto viene raccontato in un certo modo perché è già presente, nella cultura in cui si manifesta, l’idea che possa esistere? Ad esempio, nel Medioevo la gente vedeva le streghe perché nel suo immaginario le streghe dovevano esistere? In caso contrario, l’insolito stimolo visivo che forma avrebbe preso?
Comunque sia, occorre rassegnarsi all’idea che la testimonianza è nella stragrande maggioranza dei casi l’unico elemento di cui gode l’inquirente. Perché le rare evidenze fisiche non sono facilmente collegabili a quanto di strano svolazza in cielo, così come le fotografie e i video sono il più delle volte dei falsi (o, comunque, è molto difficile dimostrare che siano autentici).
La testimonianza umana
A questo punto, per cercare di fare luce sul fenomeno degli “umanoidi volanti” e visto che non c’è altro di valore, occorre spendere due parole su questa invocata “testimonianza”.
La testimonianza, dunque, è la fine di un percorso, che inizia con la visione e prosegue con la memorizzazione, a cui fa seguito il recupero delle informazioni.
Ma in questo cammino le insidie sono infinite… visto che il filtro culturale, lo stato d’animo e la motivazione influiscono sulla percezione, mentre l’età e l’interesse sulla memorizzazione. Ma soprattutto è il naturale recupero del vissuto che paga una non corretta ricostruzione dei fatti. Perché il ricordo non è una “fotografia” che si estrae dal cassetto, quindi non ha un valore oggettivo ed insindacabile. Piuttosto, è una ricostruzione, come un puzzle, dove si perdono pezzi per strada e se ne aggiungono altri, inesistenti. E più il testimone racconta il fatto, più questo artificiosamente si modifica.
E cosa può fare l’inquirente per “limitare i danni”? Intervistare il testimone prima possibile e con tecniche appropriate. Ad esempio, sottoponendogli domande “aperte”, in modo che non ne risulti influenzato.
Naturalmente, il buon inquirente deve anche chiedersi perché un soggetto ad un certo punto decida di raccontare una storia strampalata come quella degli “umanoidi volanti”. E le motivazioni possono essere diverse, anche poco nobili.
Le conclusioni
Ora, non rimane che tirare delle conclusioni…
Innanzi tutto, riassumiamo i punti salienti della casistica “umanoidi volanti”: mostra eventi sempre diversi,apparenze quasi circensi e comportamenti senza nessuna logica. E le prove mancano, così come le manifestazioni sono uniche o limitate nel tempo. Insomma, c’è da uscirne sconfortati…
A dire il vero, si nota un unico, curioso, filo conduttore che lega ogni singolo fatto: l’assurdità.
In altre parole, se le storie raccontate sono autentiche (nel senso più genuino del termine, cioè se il testimone è sincero, al di là di cosa la visione davvero sottintenda), allora una loro matrice intelligentemi pare indiscutibile. E, se così è,non posso che pensare ad un inganno, un grande inganno… già… ma da parte di chi?
A questo punto si aprono due strade, a mio parere, ovviamente.
La prima, di tipo spirituale e religioso, che fa riferimento a quella nota e losca figura dai mille nomi, fra i quali spicca il “Grande Impostore”.
La seconda, laica, che invoca una sorta di matrix, una realtà virtuale, un videogioco creato da una super civiltà extraterrestre per scopi (anche) ludici. E di cui i terrestri sono inconsapevoli burattini.
Fonte immagineMothman: Author Tim BertelinkCreative CommonsAttribution-Share Alike 4.0 International license