Lo abbiamo visto nel precedente articolo, l’ufologia è un mosaico di eventi e protagonisti, tale da rendere impossibile un esatto perimetro di competenze. Quindi, ogni ricercatore ha la “sua” ufologia e fa le sue legittime (ma pur sempre soggettive) considerazioni.
Fatta questa indispensabile premessa, oggi mi diletto a fare il “mio” personale punto della situazione sulla faccenda. Sì, perché credo che chiunque, dopo decenni di studio, abbia il diritto e dovere di tirare delle somme. Ed ecco le mie, schematicamente.
La “mia” ufologia
- È diventata un “calderone” che contiene una infinità di cose. Perché da una parte molte delle sue manifestazioni possono essere scambiate per demoniache e paranormali(solo per citarne alcune) tanto sono simili, dall’altra è il testimone stesso che attribuisce arbitrariamente l’evento di cui è protagonista ad una categoria piuttosto che ad un’altra.E, poi, come non ricordare i presunti rapimenti alieni, le mutilazioni animali, i cerchi nel grano, le incongruenze archeologiche, etc.
- L’insistere su una possibile interpretazione dei fatti, quella extraterrestre, in libri, film e quant’altro di mediatico esiste, ha fatto sì che nell’immaginario collettivo quella “è” la corretta chiave di lettura del fenomeno. Cioè, UFO vuol dire astronave extraterrestre. Se è vero, come disse qualcuno, che “una bugia ripetuta mille volte diventa la verità”, figuriamoci cosa può succedere quando si ha a che fare con una possibile verità (cioè l’ipotesi extraterrestre).Ma l’unico modo per accertare inequivocabilmentela realtà aliena in mezzo a noi è che una astronave o una creatura di un altro mondo scendanoe si facciano chiaramente vedere (negli altri casi l’ombra del dubbio rimarrà sempre). Il che non è successo (almeno che io sappia).
- Il fenomeno UFO è soggettivo, visto che risulta pesantemente filtrato dalla mente del testimone. Ma è anche oggettivo, perché sembra “scegliere” quando e con chimanifestarsi. Quindi, è difficile capire dove stia il confine (ma la soggettività sembra prevalere).
- Sa mimetizzarsi, tanto da evitare le manifestazioni di massa, e si presenta con aspetti tanto diversi quante sono le aspettative culturali del testimone (quindi, come fenomeno ufologico, demoniaco, paranormale, etc).
- I medesimi eventi si presentanofin dalla notte dei tempi, ma con caratteristiche diverse, tanto che ai giorni nostri si manifestano in modo molto più discreto che in passato (si vedono per lo più luci modeste, non oggetti strutturati).
- Gli UFO possono avere un impatto nella realtà fisica (si pensi alle tracce al suolo), apparire come un essere vivente, ma anche essere molto evanescenti, ai limiti dell’onirico.
- Anzi, sembranoessenzialmente, seppur non esclusivamente, comeimmateriali. Perché non provocano rumore, né un bang sonico pur muovendosi molto rapidamente, perché fanno manovre impossibili, perché appaiono e scompaiono istantaneamente, perché spesso sono invisibili ai radar.
- Il fenomeno UFO si mostra ridicolo nell’apparenza (si pensi alle mille forme in cui si può mostrare, spesso decisamente insolite) e nel comportamento (non interagisce, appare e scompare velocemente nel nulla). Stesso discorso per i presunti occupanti delle presunte astronavi, pure questi di aspetto tanto diverso quante sono le testimonianze. Non parliamo poi del loro modo di agire palesemente assurdo e grottesco. Quindi, c’è il forte sospetto di trovarsi di fronte ad un gigantesco inganno, dove le cose non sono mai come sembrano.
- Paradossalmente, la presenza di tante immagini fotografiche e video è diventata un boomerang. Perché risulta molto difficile individuare un falso documento e perché non si spiega come mai il “vicino di casa”, solitamente non troppo avvezzo alla tecnologia, non riesca a produrre immagini spettacolari (la risposta è banale, verrebbe da dire, perché non c’è nulla di spettacolare da riprendere).
- Visti i punti precedenti non può esistere una ufologia scientifica, perché la Scienza ha delle regole che l’evento ufologico non può rispettare (ripetibilità, prevedibilità, falsificabilità, etc). Per questo mi affranco dalle varie “percentuali” di casi inspiegati o spiegati. Come possono essere attendibili se non è possibile giustificarli scientificamente? Certo, non tutte le ipotesi hanno lo stesso grado di probabilità di essere vere, questo sì. Così come ritengo sensato che la maggior parte dei casi abbia una risposta ordinaria. Ma non replicando il fenomeno il dubbio rimarrà sempre. In ogni caso, si può fare una “seria” ufologia perché “serio” è l’argomento. Non per nulla, la tanto vituperata Chiesa, negli anni Settanta aveva istituito, grazie a Paolo VI, la scuola di “paranormologia”, guidata da padre Andreas Resch. Oggi non esiste più, chiusa con il pensionamento del prelato. Si occupava di strani fenomeni, come la “parabiologia” (le “guarigioni miracolose”), l’esoterismo e, ovviamente, di UFO chiamati “res inexplicatavolans”. Ora (forse) è rimasta la IV sezione della Congregazione per la Dottrina della Fede (l’ex Santo Uffizio).
Cosa significa fare una “seria” ufologia?
- Affrontare la materia con i giusti “ferri del mestiere”. È indispensabile un’ottima conoscenza delle varie branche del “mistero” e, per quanto possibile, del mondo scientifico e storico.Un esempio chiarificatore può essere quanto mi è capitato alcuni anni or sono. Questa è la sua storia. È il 16 giugno 2015, quando vengo contattato via mail da madre e figlia di Salsomaggiore Terme. Chiedono spiegazioni su di un curioso fenomeno di cui sono state testimoni la sera precedente. Che in pratica, è questo. In direzione ovest, notano due luci poste in diagonale e di intensità differente. Ad un certo punto, una delle due perde luminosità, si sposta a sinistra e sparisce. Poi, dopo alcuni minuti, ricompare. E stavolta è l’altra a sparire. Cosa può essere successo? Diciamo che la durata del fenomeno mi spinge ad una spiegazione di tipo astronomico. Così, controllo le carte del cielo, per trovare conferma a quanto sospetto. E, cioè, che si tratti di Venere e di Giove. Ma come si può spiegare la perdita di luminosità e lo spostamento di uno dei due corpi? Nel primo caso, la presenza di un cielo parzialmente nuvoloso e di nubi di diversa consistenza che, in pratica, han fatto una velatura più o meno consistenza. E per lo spostamento? Qui, entra in campo la fisiologia e il così detto “effetto autocinetico”. Che significa che, quando si osserva per un certo periodo un oggetto piccolo e senza punti di riferimento (come una stella sullo sfondo di un cielo buio), alla fine darà all’osservatore l’idea che si stia muovendo (pur rimanendo, in realtà, assolutamente fermo).
- Occorre saper intervistare il testimone. Non si ha idea dei “danni” che può fare un intervistatore incapace. Sì, perché le domande devono essere “aperte” (del tipo, “come si presentava l’oggetto?” e non “che colore aveva l’oggetto?” per non instillare nel testimone l’idea, magari erronea, che avesse un colore, perché potrebbe essere stato trasparente). Ma anche intervistarlo prima di tutti gli altri, perché più il fatto viene raccontato maggiormente l’evento perde particolari acquisendone altri totalmente inesistenti (pur nella perfetta buona fede). E questo solo per fare alcuni esempi.
- È necessario una buona conoscenza della storia passata e recente dell’ufologia. Perché in questo modo si possono trovare delle costanti e scoprire se una determinata manifestazione fenomenica ha già trovato o meno una risposta esauriente (così si evita di perdere del tempo).
- Così come, lo ribadisco, è indispensabile conoscere bene le altre materie “misteriose” perché i collegamenti sono spesso presenti e significativi e possono inquadrare in modo più convincente un determinato fatto.
- È necessario essere al corrente delle mode del momento. Ricordo che, all’epoca del film “Incontri Ravvicinati del III Tipo”, ci fu una esplosione di segnalazioni. Il che è sospetto…
- Dove è possibile, occorre compiere delle analisi scientifiche. Mi riferisco a tracce fisiche, come campioni di terreno, o informatiche (video, foto).
- Occorre mettere in campo l’osservazione diretta del cielo. Sì, perché ormai questa non la fa più nessuno. Una volta, parliamo degli anni Settanta e Ottanta, gli ufologi erano anche ricercatori sul campo. Cioè, non si limitavano aintervistare i testimoni, ma istituivano anche campagne osservative del cielo. Cioè, si mettevano a naso all’insù ed osservavano. Ora l’ufologo è diventato un soggetto passivo, se così si può dire, nel senso che valuta solo quanto gli viene riferito. Ma questo è un grosso limite, perché c’è un “filtro” di troppo che può far perdere qualità all’evento. Insomma, se l’UFO apparisse direttamenteall’ufologo, la sua interpretazione risulterebbe più ponderata ed attendibile.
A questo punto, cosa occorre fare?
Se è vero che nessuna teoria soddisfa l’intero corpus del fenomeno, è pur doveroso tirare qualche conclusione. Perché sennò si rischia di girare in tondo, nel momento in cui ormai da tempo le testimonianze non aggiungono né tolgono qualcosa alla sua interpretazione.
Quindi:
- Occorre concentrare gli sforzi sulle cause del fenomeno, consapevoli di muoversi in un terreno quanto mai infido perché ogni opinione sarà sempre indimostrabile, lasciando dunque meno spazioalle sue ingannevoli manifestazioni esteriori. Insomma, pensiamo soprattutto (seppur non esclusivamente) al “lampo”, non al “tuono”.
- Bisogna porre l’attenzione alle caratteristiche generali delle manifestazioni, non al singolo caso, sempre diverso dai precedenti. Perché sennò ci si infila in un labirinto che pare fatto apposta per depistare il ricercatore. Insomma, mi rendo conto che ci possono essere anche tracce al suolo e che “qualcosa” possa venir rilevato anche dai radar (e gli eventi sono talmente rari che guai a trascurarli). Ma quello che a me interessa è ciò che racconta “il vicino di casa”, perché è lui a rappresentare la stragrande maggioranza della casistica ufologica.
- La chiave di volta è il testimone, da cui tutto parte (e spesso tutto finisce). Quindi, è necessario capire chi sia, che caratteristiche psicofisiche abbia, chi sono i suoi antenati. In altre parole, più attenzione alla persona che a quello che dice.
Veniamo al dunque
Ed ecco la mia personalissima ed indimostrabile opinione sull’ufologia.
Il fenomeno UFO è generato dal testimone stesso, cioè non esiste oggettivamente al di fuori della sua mente. Ma non si tratta di una allucinazione, anche se gli effetti paiono i medesimi, perché solitamente il soggetto è sano ed equilibrato. Però, ad un certo punto, succede qualcosa che… tac… ecco che inizia a vedere ciò che nessun altro riesce a notare (la ben nota selettività).
Ma che cosa fa scattare questa fase? Qui, il discorso si fa ancora più complicato ed opinabile. È qualcosa? O qualcuno? O il testimone stesso?
Un particolare, invece, mi sembra ragionevolmente condivisibile. Ogni fenomeno ufologico (ma anche tutti i fenomeni misteriosi) producono nel soggetto che li percepisce una forte emozione, positiva o negativa che sia. Ma sempre di emozione si tratta.
Che sia questa la chiave di volta dell’ufologia? Ricordo che l’emozione può essere definita una “intensa energia”. A che pro, dunque, la sua produzione? Per qualcosa? Per qualcuno? O è il testimone stesso che ne ha bisogno? Ed è su questo punto, che io credo si debba indagare.
Ma, naturalmente, come sempre, questa è solo la “mia” ufologia…
Vedi anche: https://www.federazioneufologicaitaliana.org/gli-ufo-e-la-storia-di-un-grande-inganno-globale/
Credo che gli ultimi documenti pubblicati dalla marina USA abbiano completamente confutato questa ipotesi (soggettiva) del fenomeno UFO o UAP dato che oltre da una persona (Pilota aereo o tecnico navale) sono stati registrati da Radar e altri strumenti di rilevamento. racconto un episodio personale accaduto circa 2 anni fà, verso mezzogiorno mia moglie che è in strada mi chiama e mi indica un qualcosa che vola sopra le case del paese, al primo sguardo gli dico che è un sacchetto di plastica che il vento ha sollevato in aria e fra breve ricadrà per terra invece con mio stupore dopo un pò di saliscendi sorvola per un pò le case del paese e poi si allontana verso le colline (col cellulare riesco anche a filmarlo) ….dopo averci riflettuto arrivo alla conclusione che potrebbe essere stato uno quei palloncini di forma varia che vendono venduti alle feste ai bambini, mia moglie però mi dice che lei la visto da vicino ed era come un globo d’aria vorticante che scendeva dalla collina verso di lei tanto da spaventarla…cosa sarà stato (Il mio avvistamento è avvenuto a circa 300mt e l’oggetto era grande tra il metro e il metro 1/2)