Cosa si nasconde ai piedi della Sfinge? Alcune teorie cercano di dimostrare come sotto il monumento si nascondano i segreti dell’antica città di Atlantide
Su YouTube sono presenti delle puntate del programma Misteri (Raitre), tra cui alcune relative ai segreti dell’antico Egitto. La puntata intitolata “Il segreto delle Piramidi” è decisamente un piccolo capolavoro. Un capolavoro in cui spicca l’incapacità di gestire ospiti illustri, mescolata al desiderio di coinvolgere spettatori rivelando segreti.
In studio troviamo il prof. Giorgio Croci ed il prof. Vittorio Castellani che descrivono la parte ingegneristica della costruzione delle Piramidi; ci sono gli archeologi Alfredo Castiglioni e Alessandro Roccati assieme al giornalista Riccardo Luna. La parte internazionale invece è rappresentata da Graham Hancock e Robert Bauval, esponenti di teorie famosissime sulla reale datazione delle Piramidi e sugli antichi astronauti. Infine troviamo John West tra i primi a datare la Sfinge attorno al 35000 a.C.
Dall’altra parte, in collegamento da una Piana di Giza notturna, troviamo l’allora direttore archeologico della Piana e poi successivo Ministro delle Antichità egizio Zahi Hawass. E l’attore Omar Sharif con il ruolo da traduttore.
Solamente dall’elenco di personalità persenti in questa trasmissione, affinché tutti potessero spiegare e presentare le loro teorie, la Rai avrebbe dovuto fare tre puntate sul tema. Ciò che interessa però è la telefonata che a metà trasmissione chiede insistentemente che Hawass e il conduttore mostrino una certa botola ai piedi della Sfinge. Tale botola è il fulcro di anni di dibattiti. Secondo molti porterebbe ad una serie di tunnel sotterranei mai mostrati al pubblico prima. Ma soprattutto, nasconderebbe la Hall of Records.
Hall of Records, ovvero la camera dei registri
Attorno ai primi del ‘900 nacquero le prime teorie secondo le quali ai piedi della Sfinge alcuni tunnel porterebbero ad una stanza chiamata Hall of Records. Questa stanza conterrebbe i registri ed i documenti riguardanti la città di Atlantide. Qui sono annotate informazioni sulla nascita della città e sulla successiva distruzione, sulla vita quotidiana e sui motivi che hanno portato gli allora abitanti a decidere di distruggerla e affondarla. Inoltre, la Hall of Records nasconderebbe documenti sulla costruzione delle Piramidi spiegando nei dettagli i processi utilizzati.
Per questo motivo la Sfinge non sarebbe altro che un guardiano messo apposta per controllare questa camera segreta. Il primo a parlare di una possibile stanza fu lo storico Plinio il Vecchio ma fu Edgar Cayce negli anni ’30 a descrivere questa stanza. Egli afferma inoltre che gli stessi registri sarebbero custoditi anche nello Yucatán, dove in effetti è possibile trovare moltissime piramidi.
Se questa teoria può sembrare bizzarra, bisogna dire che la costruzione e la datazione della Sfinge tuttora ancora ci lascia moltissimi dubbi.
La teoria di Bauval e Hancock
Tornando alla trasmissione di Raitre, tra gli ospiti abbiamo detto esserci Robert Bauval e Graham Hancock. I due all’epoca avevano da poco pubblicato il loro libro Custode della Genesi. Il saggio sostanzialmente afferma che la Sfinge appartiene ad un’epoca decisamente lontana a quella confermata e accettata da tutti (2500 aC). Da una serie di lavori e di studi, i due stabiliscono che appartiene al 10.000 aC. L’erosione della roccia della Sfinge è dovuta ad un’intensa e continuativa pioggia e l’ultima significativa pioggia in quella zona è avvenuta nel 6000 aC. Quindi non può essere precedente a questa data (quando si parla di pioggia intensa, si intende ovviamente almeno 1000 anni consecutivi di pioggia praticamente ininterrotta).
Oltre alle teorie sull’effettiva datazione e sulla coincidenza delle tre piramidi di Giza con la costellazione di Orione, Bauval e Hancock confermano la presenza della Hall of Records. E questa si troverebbe ai piedi della Sfinge, in un tunnel sotterraneo.
John West e il mistero della Grande Sfinge
Altro ospite illustre nella trasmissione è John West. Anche lui ipotizza la presenza di stanze al di sotto della Sfinge. Stanze che sarebbero già state scoperte dai vari archeologi ma che hanno deciso di non divulgare. Stanze piene di documenti e tesori che non saranno mai mostrati al pubblico.
Con il suo documentario The Mystery of the Sphinx West assieme a Robert Schoch analizza l’erosione della roccia dovuta all’acqua e il relativo calcare. Entrambi concordano che la Sfinge non può essere stata costruita nel 2500 aC. Meno drastici di Bauval e Hancock, indicano come data plausibile il 6000 aC. Inoltre, dal momento che la pioggia e l’erosione hanno inciso in maniera diversa sul corpo della Sfinge, avanzano l’ipotesi che alcune parti del corpo sono di epoche diverse. D’altronde è chiaramente visibile come la testa sia decisamente sproporzionata al resto del corpo.
In tutto questo svetta il classico atteggiamento di Zahi Hawass che nega sempre tutto. Precedentemente ricorda che ci sono effettivamente tre tunnel, ma portano solamente a vicoli ciechi.
Il primo tunnel è localizzato sulla parte anteriore della testa della Sfinge e si trova dietro l’orecchio destro. Il secondo tunnel nella parte a nord della scultura mentre il terzo si trova sotto il petto e dunque tra le zampe.
Inoltre mostra alle telecamere che lui stesso è entrato nei tre tunnel ma che dentro non c’è nulla. Mostra una botola in mezzo alle zampe della Sfinge. Ma non è quella la famosa botola che porta alla Hall of Records: l’intervento è stato rozzamente messo in scena per anticipare possibili interventi dagli ospiti in pubblico.
Ricordiamo sempre che l’intera trasmissione è girata sulla Piana di Giza, luogo privato. Dunque affinché il Ministro dell’Antichità accetti che venga fatta una diretta riguardante i segreti della Sfinge è chiaro come gli argomenti siano precedentemente preparati.
Come abbiamo già detto in un precedente articolo, ci sono moltissimi gruppi di studiosi o archeologi che sondano il terreno tra la Valle dei Re e la Piana di Giza. Ma non tutte le scoperte vengono accettate, solo una parte di esse. Oppure, quando una scoperta viene accettata, poi viene fatta automaticamente una seconda indagine (di solito da enti che hanno anni di collaborazione con l’Egitto) e prontamente smentito il tutto.
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