In quale luogo abbiamo avuto il primo UFO italiano avvistato? Salsomaggiore Terme è il luogo candidato a tale primato; approfondiamo la questione.
Prima di rispondere alla domanda, occorre fare una precisazione. Di “UFI” nella nostra penisola se ne sono sempre visti. Basta leggere le cronache dell’antica Roma, dove si parla di “scudi fiammeggianti”, per rendersene conto. Quindi, il “primato” che stiamo cercando va inteso come il “primo avvistamento ad aver avuto una risonanza mediatica”.
E, poi, è necessario compiere un passo all’indietro e fare un po’ di storia. Il termine “UFO” nasce, dunque,nel 1952, coniato dalla “United States Air Force”, cioè l’Aereonautica Militare degli Stati Uniti. Definisce quegli oggetti volanti che rimangono non identificati, anche a seguito di verifiche da parte degli esperti.
In realtà, il primo caso “ufficiale” di UFO (quando ancora si chiamava “disco volante”), si presenta alcuni anni prima, con la segnalazione del pilota Kenneth Arnold. Il 24 giugno del 1947, infatti, racconta di avere osservato, dal proprio aereo privato, nove strani oggetti volanti vicino al Monte Rainier (Stato di Washington). Probabilmente, non si è trattato di astronavi aliene ma di velivoli segreti, detti ad “ala volante”. Ciò non toglie che quel giorno nasca la moderna ufologia.
Ma, venendo alla nostra domanda, dove è stato avvistato il primo UFO italiano?
Forse sono in pochi a saperlo, ma, dopo quel fatidico “24 giugno”, il più vecchio avvistamento nostrano avviene a Campore di Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma.
La storia
Sono le ore 21.50 di una sera fra il 15 ed il 17 d’agosto 1947.
Ci troviamo nella zona periferica del borgo, la prima che si incontra provenendo da Fidenza. Sono due le persone che testimoniano l’evento, la cinquantenne Camilla di Bologna e Rose Marie.
Si trovano a Villa Laviosa, ad osservare il cielo in caccia di meteore. Apro una piccola parentesi su questa abitazione che un tempo doveva essere lussuosa, o perlomeno elegante.
Ci sarà ancora? Se sì, sarà riconoscibile?
Dopo averla cercata “per mare e per terra”, in una zona comunque geograficamente ristretta, sono riuscito finalmente ad individuarla.
Per fortuna, l’anziano signore che mi ha indirizzato, si ricordava “dlalaviusa”, e sa che oggi “lé di magnon”.
Ora la casa ha cambiato nome, ma non ha completamente perso l’antico splendore.
Ma torniamo alle testimoni e al nostro primo UFO italiano.
Vedono due rotondi dischi luminosi, entrambi grandi il doppio della Luna piena. Attraversanolentamente il cielo notturno (con una velocità definita “come quella di un aeroplano”), silenziosi ed appaiati. Illoro colore è verde all’esterno, rosso nella parte intermedia e bianco al centro. Lasciano dietro di sé una corta scia lattiginosa.La direzione è da Salsomaggiore verso Parma (più o meno dove è visibile la torre del castello di Bargone). Lo spettacolo dura parecchi secondi.
una ricostruzione diurna dalla prospettiva delle testimoni
Che cosa si è palesato?
La rivista Coelum nel suo numero di “novembre – dicembre 1947” scrive che “non si tratta probabilmente di un fenomeno astronomico”.
Che cosa si può dire?
Purtroppo, è difficile andare oltre a quanto scritto sopra. I testimoni, non più giovani ai tempi del fatto, sono sicuramente già morti.
Provo a chiedere in zona. Nessuno, però, si ricorda di nulla.
Purtroppo, “fine della storia”.
Comunque, la zona dell’avvistamento tornerà agli onori della cronaca con la preziosa “Tabula Patronatus”, recuperata in un’antica villa romana. Datata al III secolo d.C., è ora conservata al Museo Archeologico Nazionale di Parma. Racconta della corporazione dei lavoratori e dell’antica Fidenza, allora chiamata “Flavia Fidentia”. Ma questa è tutta un’altra storia…