Esiste davvero una piramide a pochi chilometri da Piacenza? O, meglio, l’indubbia forma piramidale che mostra una certa roccia è figlia di un casuale lavorio della natura oppure gli antichi abitanti del luogo hanno voluto modellarein tal modo (e con fatica) un masso ambientale?
Nessuno sembra saperlo con certezza, ma la storia circola da tempo. Naturalmente, non potevo che sondare il terreno…
Scatta l’indagine
E, così, mi ritrovo davanti al benzinaio del paese, con una fotografia della grande pietra a piramide, per avere precise indicazioni su dove si trovi.
“Mah… non ne so nulla. Chieda in quel negozio che vende pietre laggiù, quasi di fronte al bar”, mi comunica perplesso.
Vado. All’interno del locale (che è anche lavanderia), attendo pazientemente il mio turno, misurando in lungo ed in largo lo spazio libero a disposizione (e facendo spesso suonare il campanello che annuncia l’entrata di un cliente…).
“Non saprei… vada al museo archeologico, a fianco del comune”, mi confessa imbarazzato il gestore.
La struttura (ovviamente…) è chiusa. Entro all’Anagrafe del municipio. La gentile signorina mi accompagna al piano superiore, dove lavora una signora che da sempre abita lì.
“Mai sentito parlare di una piramide da queste parti o da altre nella zona di Piacenza… ma provi ad uscire dal paese ed andare verso…”, con pazienza mi dà le indicazioni stradali, a dire il vero, meglio di un “satellitare”.
Come previsto, arrivoad un pugno di case. Purtroppo, non c’è in giro nessuno. Passeranno parecchi minuti, prima che un signore anziano alla guida di un trattore (e accompagnato da un piccolo e tranquillo cane dal pelo fulvo) mi possa fornire il punto esatto in cui questa “benedetta” piramide si trovi.
In loco
Ed eccomi a camminare lungo filari di viti, che in parte nascondono il masso. Risulta davvero enorme, molto di più di quanto rendano le immagini che avevo trovato in precedenza.
È alto parecchi metri (a naso, una decina) e con i lati più o meno di altrettanto.Dico “più o meno” perché un angolo mostra una propaggine e due fianchi evidenziano pareti ondulate. Insomma, parlare di “piramide” è forse un po’ azzardato. Diciamo che ci assomiglia.
La pietra, che da lontano mostra evidenti chiaroscuri, se osservata da vicino appare piuttosto corrugata.
È percorsa da buchi tondi e quadrati e da incavi, più o meno grandi. Qualcuno li ha definiti “coppelle”.
Uno di questi anfratti spicca sugli altri per dimensioni, tanto da poter contenere un bimbo rannicchiato. La sua forma è decisamente curiosa, visto che sembra ergonomica, cioè adatta a far star comodo un eventuale ospite.
Che si trattidi scavi intenzionali, forse per motivi rituali? Sicuramente la presenza inconsueta e la forma curiosa della roccia devono aver attirato l’uomo preistorico che viveva in queste terre di Piacenza. Comunque, qualcuno va oltre la semplice manifattura, ipotizzando la riproduzione sulla pietra di alcune costellazioni celesti.
Difficile dire se sia così oppure no.
Di questa piramide, cerco informazioni dai “locali”. Già… a trovarne! Finalmente incontro un anziano signore che, per fortuna, parla volentieri.
Parlano i “locali”
“Conosco bene il proprietario del campo, ha un’ottantina d’anni. Neppure lui sa andare oltre a quanto tutti vedono. Dice che il masso è sempre stato lì e che forse una volta era là in cima al monte e poi rotolato giù. Ma, se così è stato, andiamo molto indietro nei secoli…”. Entrambi alziamo lo sguardo verso l’altura boscosa, quasi a cercare di capire se la cosa abbia un senso. Sì, le cose potrebbero davvero essere andate così, anche se, a ragionarci bene,la solitaria presenza nella zona non sembra deporre molto in questo senso. Cioè, di massi più o meno simili sulla costa del monte retrostante ce ne sono parecchi, quindi perché nei millenni è precipitata solo la “nostra” piramide?
Torno al mio interlocutore. “Questa è una zona dove ogni tanto succedono dei disastri ambientali. Pensi che qualche decennio fa, c’è stata una specie di alluvione che ha portato via un paese intero. Insomma,anche qui a due passi da Piacenza, la Natura ha una forza che muove le montagne…”, prosegue deciso.E continua.
“Quei buchi che vede, potrebbero essere delle specie di gradini per salire in cima alla piramide. Magari una volta il masso sporgeva anche di più dal terreno… chissà quanto ce n’è sotto terra…”, prosegue in tono misterioso.
“Bisognerebbe studiarlo e tenerlo pulito. Vede quella pianta a sinistra? Fino a pochi anni fa non c’era ed ora copre una parte del lato sud”, ammette laconico.
Non posso che dargli ragione. Purtroppo non esistono studi che possano chiarire se questo gigantesco masso rocciosoabbia qualcosa di artificiale. Speravo che gli abitanti del luogo potessero saperne di più, ma anche loro, purtroppo, brancolano nel buio…