Ho avuto modo di sentir nominare questa misteriosa leggenda ascoltando un recente video divulgato su YouTube. Pur inserito in un contesto diverso e molto più moderno come quello attuale, troppo lungo qui da descrivere, la storia di questo mito mi ha incuriosito a tal punto da spingermi sul web a reperire notizie, il più approfondite possibili, che hanno poi ispirato e permesso la redazione del presente articolo.
Praticamente da sempre, il Sud America viene considerato la culla del mistero e dei miti, la terra dei popoli scomparsi e delle tecnologie perdute. Partendo da quelle più note che troviamo sovente nei libri di scuola come i Maya e gli Inca, per poi passare agli Aztechi, ai Toltechi, ai Vicus e alle altre molteplici culture perdute, notiamo subito alcune caratteristiche ad esse comuni: esse erano infatti sedentarie, organizzate in città, praticavano l’agricoltura ed avevano un’organizzazione sociale gerarchica.
Molte di queste civiltà erano ormai decadute al momento dell’arrivo degli europei e la loro conoscenza è giunta sino a noi attraverso la scoperta di resti archeologici. Altre, invece, erano ancora vitali e la loro esistenza fu rivelata dai resoconti di conquistadores e missionari cristiani giunti in quelle splendide terre che oggi chiamiamo America.
Tutte queste civiltà mantengono intatti i loro miti, apparentemente inverosimili, legati al mondo del soprannaturale ma anche all’universo e a possibili contatti con esseri provenienti da altri mondi, definiti come figli delle stelle.
Il mito del “Pishtaco”.
Tra queste leggende ve n’è però una misteriosa, affascinante ed allo stesso tempo macabra anche se poco conosciuta, ben radicata in alcune popolazioni che risiedono in diverse zone del Perù, punto di partenza della Foresta Amazzonica che si estende fino al Brasile, alla Colombia e ad altri paesi del Sud America.
Il mito di cui stiamo parlando e quello dei Pishtacos. Tra le popolazioni emarginate del Perù, la continua esposizione ad esperienze di colonizzazione ed oppressione ed il continuo confronto con ingiustizie, impoverimento e disuguaglianza, diede vita all’emergere di un personaggio mitico, malvagio e misterioso, la cui origine o esistenza non è stata mai confermata o smentita: il pishta-co, nome con il quale solitamente ci si riferiva ad un essere sconosciuto e diabolico che amava rapire persone tra le popolazioni indigene locali per nutrirsi del loro grasso umano.
Il pishtaco, figura ambigua, mutevole e complessa, rappresenta in realtà diversi aspetti del potere e della violenza subita da queste popolazioni, caratteristiche familiari ancora oggi agli abitanti delle regioni andine del Perù e della Bolivia.
L’origine della leggenda.
Secondo i resoconti popolari, questa creatura, definita vampirica e malvagia, il cui mito ha origine dal termine locale “pishtay” che significa “decapitare” o “tagliare a fette”, veniva descritta come un uomo bianco, a volte osservato con un cappello a bordo largo, che si aggirava abitualmente nei meandri più impervi della foresta amazzonica, dedito alla cattura e all’uccisione di nativi locali con scopi di cannibalismo, al fine di ricavare grasso umano ritenuto per lui indispensabile.
A quanto pare però il popolo andino è stato sempre ossessionato dal grasso. Fin dai secoli più antichi essi utilizzavano il grasso di lama e di alpaca come offerta sacra agli dei.I nativi pre-ispanici andini apprezzavano il grasso così tanto da adorare una divinità, Viracocha (che nella lingua quechua significa appunto mare o serbatoio di grasso)
Secondo alcuni esperti di storia sud americana, molto probabilmente questo mito ebbe però origine dall’arrivo dei conquistadores,definiti dai locali come invasori dalla pelle più leggera che si diceva uccidessero la gente del posto per accaparrarsi il loro prezioso grasso corporeo.
La banda criminale dei “Pishtacos”.
La fede nel mito “pishtaco” è presente in qualche modo ancora oggi. In effetti, si dice che il popolo andino abbia rifiutato aiuti alimentari offerti dal governo, pensando che essi siano uno stratagemma per rimpolparli, ucciderli e poi rubare il loro grasso.
Una buona parte di queste credenze attuali sono inoltre da attribuire ad una banda di criminali locali, catturati definitivamente nel 2009.
Il racconto che ne è sorto è stato in seguito considerato una leggenda oppure un insabbiamento del governo che avrebbe favorito la convinzione che i Pishtaco fossero nuovamente tornati a terrorizzare il popolo peruviano..
Secondo i resoconti della polizia, per terrorizzare la popolazione i membri di questa banda,che vivevano nella giungla, attiravano e rapivano le loro vittime (almeno una sessantina, le quali venivano brutalmente uccise, decapitate e sezionate. Alcune di queste vittime furono ritrovate appese a testa in giù con sotto delle candele che sarebbero state poste per sciogliere il grasso corporeo, raccolto poi in bottiglie Inca Kola (bevanda molto popolare in Perù) e venduto presumibilmente all’estero come prodotto di bellezza e cosmesi anche sul mercato europeo.