Mauro Biglino e la sua teoria negli ultimi anni ha destato molto interesse verso una società che comincia a porsi quesiti su quegli argomenti che ruotano intorno ad ufo e alieni.
Ma è altrettanto vero che, trattandosi di un argomento ben specifico quello che tratta Mauro Biglino ( perché ci conduce inevitabilmente alla lettura di un testo sacro o più testi sacri, se vogliamo pluralizzare la tematica), molti animi si sono risentiti verso questo tipo di argomentazione.
In questa sede, per motivi etici ma soprattutto per non intaccare ulteriormente la sensibilità altrui (non è mia assoluta intenzione), cercherò di assumere, se possibile, una posizione Super Partes.
Premessa.
Tralasciando la mia posizione “religiosa”, quindi di fede, lo confesso, inizialmente ero non scettico verso la figura di Mauro Biglino e della sua teoria, diciamo che per me rimaneva un tema incomprensibile se lo accostavo appunto a quel tipo di fede che abbraccio.
Non è stata una chiusura mentale da parte mia.
Poi, con il susseguirsi del tempo, riflettendo, non ho escluso di farmi un’idea generica sull’argomentazione che Mauro Biglino ha portato all’attenzione del pubblico.
Sono sincero, non mi sono risentito per quello che egli riporta, e il motivo è, che incuriosito da tutto ciò che egli espone, tralasciando il fatto che il testo biblico ( che è l’oggetto di studio di Biglino) secondo alcuni debba essere letto in alcuni punti letteralmente e altri passi allegoricamente, ho deciso di percorrere la metodologia proposta da Biglino, ovvero, leggere letteralmente il testo.
Suppongo che in una società in continuo cambiamento, si debba cominciare a capire, definitivamente, che la ragione e la logica non sono strumenti di limitazione, e quindi di ostacolo nelle varie religioni, ma di crescita, e le stesse religioni ( qualunque fede si professi), non sono altro che un Collante, che riempie le nostre coscienza e le nostre anime, perché loro stesse, queste due energie sono a mio avviso veicolate da l’intelligenza.
Interpretazioni
Si interpretano le poesie, si interpretano i dipinti, si interpretano addirittura le leggi. Perché quindi non interpretare i testi sacri?
Quando parliamo di interpretazione, cosa s’intende?
Stando all’enciclopedia Treccani ( www.treccani.it/enciclopedia/interpretazione) vi è scritto inizialmente quanto segue:
Interpretazione: L’atto e il modo di scoprire e spiegare quanto in uno scritto o discorso appare oscuro o oggetto di controversia, di attribuire un significato a ciò che si manifesta o è espresso in modo simbolico, attraverso segni convenzionali o noti a pochi.
Esiste un’altra definizione che viene spesso utilizzata nelle “analisi” di alcuni testi, ed è il termine attribuzione. Sempre dall’enciclopedia Treccani ( www.treccani.it/vocabolario/attribuzione) troviamo scritto al punto 1 quanto segue:
Attribuzione: S. f [dal lat. Attributio-onis, der. di attribuere <<attribuire >>. L’atto, il fatto di attribuire: a. di un’opera d’arte, assegnazione di essa a un dato autore, che, quando manchi la certezza documentaria, è fatta in base a motivi stilistici o d’altro genere: un quadro d’incerta attribuzione.
L’evidenza.
Da come risulta evidente, entrambi i termini non vengono appositamente utilizzati per autenticare un determinato “elemento”, quindi la loro funzione è quella di cercare di dare un senso, di cercare di dare una spiegazione più plausibile, ma non certificano mai la veridicità, anche quando si tratta di una documentazione.
Questo lavoro vale soprattutto per il lavoro di Mauro Biglino che ha svolto e sta svolgendo in questi anni per via della tematica che egli tratta. Non posso certamente io autenticare simile teoria, in quanto non avendo gli strumenti conoscitivi e linguistici, non sarei in grado di convalidare simile opinione. Quello che invece posso fare è basarmi sul testo biblico, redatto e tradotto nella nostra lingua.
Facciamo finta che.
Facciamo finta che, è la frase più conosciuta di Mauro Biglino. Proprio su questa frase, come ho già precedentemente dichiarato, mi sono convinto di leggere la bibbia di cui dispongo (La bibbia edizioni San Paolo edizione 1997),e avrei fatto lo stesso con altri testi di altre culture, usando il metodo di Biglino ovvero in modo letterale, senza dovermi preoccupare di applicare i criteri che ci vengono “consigliati” per leggere determinati passi.
Ricordando ai lettori la mia posizione dichiarata esplicitamente all’inizio di questo articolo. Quello che ho constatato, in effetti è che se viene letta in modo letterale, ci troviamo di fronte ad un testo completamente diverso da quello che ci si aspetta di trovare. La bibbia, come i veda indiani, non sono solamente testi destinati ad essere considerati prettamente ad uso dottrinale, ma sono testi in cui si racconta una storia, la storia di come l’umanità si sia evoluta e adattata a certi eventi storici sotto la protezione di altri “individui”. Quindi, se è un testo storico, si deve presupporre che certi eventi che vengono descritti debbano essersi verificati.
Mi è sembrato di…
Nel 2016, e più precisamente il 6 marzo a Milano, venne fatto un convegno organizzato dalla casa editrice Uno Editori con la collaborazione del sito di Sabrina Pieragostini www.extremamente.it e con il sito degli amici Sergio Succo e Isabella Dalla Vecchia www.luoghimisteriosi.it.
In tale occasione hanno presenziato oltre che Mauro Biglino, anche esponenti delle varie religioni, il rabbino Ariel di Porto, monsignor Avondios che è arcivescovo della Chiesa ortodossa di Milano, Daniele Garrone che è un pastore protestante e biblista, e don Ermis Segatti, sacerdote cattolico. Quello che mi è parso di sentire e vedere, è che tutti i relatori pur conoscendo (immagino) la teoria di Biglino, oltre ad avere un comportamento pacato per un occasione così, a mio avviso delicata e particolare, mi è sembrato non esserci stata nessuna presa di posizione ideologica ne teologica, addirittura mi è parso (quindi è una mia personale sensazione) che in alcuni momenti della conferenza con le loro risposte venissero incontro ad un “problema” che è appunto quello esposto da Mauro Biglino.
#101 [Mauro Biglino] confronto con i Teologi versione ufficiale uno editori milano 06 03 2016
Facendo tesoro delle numerose risposte che quel comitato quel giorno ha voluto dare al pubblico, prendo atto di come, non si sta mettendo in dubbio l’esistenza di “un Dio”, ma si sta procrastinando il problema sull’origine del significato di un testo così antico e così rimaneggiato (lo hanno fatto capire benissimo i relatori di questo convegno) che qualunque cosa abbia voluto dire, deve essere giustamente analizzato con ogni strumento di cui disponiamo, tra cui c’è l’intelletto e l’onestà intellettuale che ogni uomo deve utilizzare per comprendere l’insondabile e rendere giustizia alla verità, qualunque essa sia.