Uno dei misteri più interessanti intorno a noi rimane ancora la Luna con le sue dubbie origini. Ancora ufficialmente poco conosciuta ed esplorata, anche se mappata a fondo, essa rimane ancora oggi, per certi versi, un enigma irrisolto, da questo fattore partono diverse teorie, oggi ne vedremo una..
Ricercatori, appassionati e cospiratori del settore, provenienti da varie parti del mondo, la considerano, ancora oggi, una teoria “alternativa”. Secondo tale ipotesi, esotica ma non impossibile, la Luna potrebbe essere infatti un satellite artificiale, un gigantesco oggetto non identificato “piazzato lì”, nell’orbita terrestre, da una civiltà di origine sconosciuta.
Questa teoria, nota con il nome di “Spaceship Moon Theory” venne proposta per la prima volta negli anni ‘70 da due scienziati russi, Michael Vasin e Alexander Shcherbakov, già membri dell’Accademia Sovietica delle Scienze.
I due immaginarono e proposero alla comunità scientifica dell’epoca, che la Luna fosse in realtà un planetoide naturale trasformato in una struttura artificiale da una sofisticata opera ingegneristica realizzata da un’evolutissima e forse antichissima razza extraterrestre.
Secondo i due scienziati sarebbero state utilizzate macchine enormi in grado di fondere la roccia originaria per ottenere grandi cavità all’interno della Luna, operazione che avrebbe prodotto, conseguentemente, la fuoriuscita ed il deposito di lava fusa sulla superficie.
La parte esterna, quindi, costituirebbe lo scafo di un’enorme astronave, o di una probabile base segreta, posizionata nella nostra orbita per motivi a noi ignoti che hanno dato vita a numerose ed affascinanti speculazioni.
Alcune argomentazioni presentate all’epoca dai due, a supporto di questa possibilità, indicarono che i crateri presenti in superficie, formatisi a seguito di impatto con grandi rocce spaziali, avevano in realtà una profondità minore rispetto al normale ed il loro fondo si presentava in realtà piatto o convesso. Da ciò ne scaturiva che i meteoriti di grandi dimensioni, impattati sulla superficie, non avevano potuto “scavare” (come in realtà avrebbero dovuto fare) crateri profondi, a causa della resistenza all’urto di un guscio impenetrabile costituito probabilmente da materiale ad altissima resistenza.
Si giunse perciò all’ipotesi che la Luna, teoricamente costituita in superficie da uno strato esterno di roccia naturale con uno spessore di circa 8 chilometri di profondità, potesse celare, altresì, un rivestimento artificiale profondo circa 32 chilometri, in grado di proteggere una cavità contenente l’atmosfera necessaria a garantire la vita.
Altra ipotesi che porrebbe a favore della natura artificiale del nostro satellite sarebbe la bassa densità del nostro satellite rispetto a quella presente sulla Terra. La sua densità media, infatti, calcolata in 3,3 microgrammi per centimetro cubo (rispetto a quella del nostro pianeta che è di 5,5 mg per cm³) indicherebbe la probabilità che l’interno del satellite sia più simile ad una caverna che ad una sfera omogenea.
Alcuni scienziati del MIT (Massachusetts Institute of Technology) tra i quali il Dr. Sean Solomon, nominato nel 2012 direttore del Lamont Doherty Earth Observatory (il più grande istituto di ricerca presente sul nostro pianeta) ha dichiarato che alcuni esperimenti effettuati in passato sul campo gravitazionale lunare (Lunar Orbiter) non avrebbero in effetti escluso la possibilità che la Luna possa essere vuota al suo interno.
I teorici della cospirazione citano spesso, a suffragio delle loro ipotesi, un evento avvenuto il 20 novembre 1969, mentre l’equipaggio della missione Apollo 12 simulava il crash al suolo del modulo lunare: l’impatto causò come conseguenza un terremoto artificiale che produsse per quasi un’ora un suono metallico simile ad un “gong”, alimentando perciò l’idea della Luna cava.
Ancora oggi, comunque, Il dibattito sulla vera natura del nostro satellite imperversa con nutrito sostegno sottolineando che le apparenti difficoltà nel risolvere l’enigma sono da ricercare nella probabile origine tecnologica del satellite.
Ad alimentare ulteriormente il sospetto di artificialità, i molteplici avvistamenti di oggetti non identificati che spesso vengono osservati e filmati mentre sorvolano la superficie lunare, presenze che sostengono la probabilità di un enorme hangar sotterraneo, punto di accesso di una grande base nascosta. Da queste teorie, ammesso che lo siano, gli ufologi traggono le loro conclusioni circa i motivi per cui l’uomo, dopo le missioni del programma Apollo, non è più tornato sulla Luna.