Non posso fare a meno di scrivere qualcosa di personale e non solo, sulle incisioni rupestri della Val Camonica. Queste raffigurano scene di vita quotidiana come: agricoltura, carri, iniziazioni, torri ed astronomia e non soltanto quello. La maggior parte delle figure rappresentate dai camuni, trattano scene di caccia, combattimenti, rituali, impronte e case, ma non siamo così certi che siano effettivamente tutti riconducibili a queste interpretazioni.
Tra le tante raffigurazioni camune troviamo poi i famosi astronauti della Val Camonica, che in realtà sono almeno 4 o 5 e non due come vengono sempre mostrati. In mezzo alle varie figure umane o antropomorfe, abbiamo anche labirinti, cerchi, fori ed altre stranezze, tra questi soggetti anche la famosa rosa camuna ed altre figure la cui forma non rientra tra gli oggetti di facile interpretazione. Ma vediamo alcune cose più in dettaglio.
All’interno del Parco ci sono probabilmente migliaia di incisioni che dovrebbero rappresentare delle palafitte su cui vivevano i camuni. L’ipotesi è abbastanza logica per gli archeologi accademici. Anche per noi è una possibilità concreta, ma una domanda nasce spontanea, siamo proprio sicuri che si tratta di palafitte e torri? Perché alcune sono radicalmente differenti le une dalle altre in modo quasi radicale e sono sempre raffigurate singolarmente o al massimo due vicine, fatta eccezione un caso in cui sembrerebbe esser stato raffigurato un intero villaggio. Come mai la composizione delle figure sembra a volte mostrare case stile inglese medioevale? Perché alcune di queste hanno strane escrescenze illogiche ed insensate che fuoriescono dal presunto tetto? Come mai alcune sembrano avere oblò al posto delle finestre? Perché alcune di queste sembrerebbero più razzi che palafitte?
Strane case e torri o forse razzi
La cosa strana è che spesso queste singole palafitte sono associate ad un solo individuo, non ad una famiglia, questo è molto insolito nella vita preistorica e protostorica, dove il clan e la famiglia erano tutto. Potrei azzardare un’ipotesi (che ribadisco essere solo una divagazione dal contesto generale a favore di una spiegazione meno ortodossa e basata proprio su quelle incisioni rupestri), legata alle figure, che sembrano completamente fuori contesto e che forse sono le più antiche della vallata, gli antichi astronauti; vediamola insieme:
Potremmo essere davanti ad un tentativo di incidere oggetti che atterravano dal cielo e da cui scendeva un solo viaggiatore? Appunto un antico astronauta con la sua capsula a razzo? Abbiamo di questi esempi con gli Shem ebraici, con i Vimana Indù e con i carri volanti di Sumer e Babili. Questa sicuramente appare come un’ipotesi improbabile, ma non la escluderei a priori.
Reputo assolutamente inutile in questo contesto, approfondire tutte le figure di caccia, duelli, battaglie ecc., le cui spiegazioni sono più che logiche ed ampliamente trattate dalle fonti archeologiche ed antropologiche sulle incisioni camune della vallata e che hanno quasi sempre una spiegazione normotipica.
Spirali, cerchi, ed altro tra astronomia, rituali e magia
Adesso affrontiamo invece un’altra categoria delle incisioni rupestri, quella delle figure geometriche e quella delle impronte dei piedi, iniziando da queste ultime, la cui mia ipotesi converge appieno con le canoniche interpretazioni che si tratta di firme degli scalpellini. Non ho usato il termine scultori, perché non scolpivano, ma scalpellavano soltanto la superficie, martellandola leggermente e formando piccoli punti affiancati, fino a dare alle figure più complesse la loro forma, una tecnica più da scalpellino o lapidario, che da scultore vero e proprio.
All’interno del parco, ho osservato diverse figure geometriche incise nella roccia, alcune di queste sono interpretabili chiaramente come dei percorsi, forse iniziatici, oppure più semplicemente strade da percorrere per un villaggio ecc., quindi mappe. Altri sono invece labirinti, ed altri ancora sono decisamente più enigmatici, ne prenderò in considerazione soltanto due, quelli che mi sono sembrati i più particolari ed insoliti, ma anche meglio realizzati e più antichi.
Raffigurazioni solari o di astronavi?
Girando per la Val Camonica, si incrociano diverse raffigurazioni solari e nitide, dove un cerchio irradia verso l’esterno. Questo simbolo o uno molto simile, in alcuni casi però, sostituisce la testa di alcuni individui chiaramente vicini al cielo e gerarchicamente superiori. In altri casi queste figure non hanno nulla a che fare con individui umani o presunti tali, ma sembrano raffigurare una scena da film di fantascienza con portali o stargate.
Mi soffermerò proprio su questi ultimi, facendo anche un accenno ai precedenti. Questi dischi solari a sostituzione delle teste, ricordano in qualche modo proprio i casci degli astronauti camuni.
Queste strane e spesso chiare raffigurazioni associate al sole, sono composte da tre dischi celesti, uno centrale irradiante e più vicino e due laterali più lontani, da quello centrale, sembra scendere un raggio alquanto insolito, ed a volte anche da quelli laterali, mentre sempre da quello centrale in alcuni casi sembra uscire una sorta di scalinata.
Conclusioni sul culto solare e strane raffigurazioni
Andiamo al dunque, se vogliamo fare un’interpretazione più verosimile, anche se potrebbe far sorridere scettici ed accademici, ciò che si vede a mio avviso, sono tre sfere da cui discendono rampe a gradini. In un caso addirittura, sembra di vedere una sorta di scalinata circolare, che ricorda molto quelle delle piramidi. Siamo quindi forse, davanti ad una scena raffigurata, in cui antichi astronauti arrivavano con diversi velivoli sferici, e che quando erano più vicini irradiavano luce e da esso discendeva una scala? Io non farei dell’ironia, al contrario valuterei seriamente questa ipotesi, le immagini parlano da sole.
L’eclissi ed il percorso iniziatico
In una delle prime rocce visionate (forse la roccia 1) è possibile vedere un cerchio di circa 40 cm di diametro, con un altro di circa 1/8 del più grande. Da questo cerchio più piccolo sembra formarsi un cono, che lo unisce a quello più grande. Nel cerchio più grande abbiamo una serie di linee orizzontali e verticali, spesso irregolari e poco precise (ricordiamoci che i petroglifi sono ottenuti da scalpellate su pietra dura, liscia e facilmente schieggievole). Ho a mio avviso elementi sufficienti per elaborare una tesi, vediamola insieme:
- La mia interpretazione di tale incisione rupestre è suggerita in primis dalle proporzioni tra i due cerchi, che corrispondono alla differenza Terra/Luna.
- Se dovessi aver ragione, il cono raffigurerebbe l’ombra proiettata sulla Terra dalla Luna, durante una esclissi solare.
- In ultimo le linee frastagliate potrebbero rappresentare un tentativo di disegnare sulla pietra meridiani e paralleli o forse le Ley Line.
Concludendo avremmo una raffigurazione di un’eclissi solare con la proiezione dell’ombra sul pianeta, le cui caratteristiche ci indicano una profonda conoscenza sia della sfericità dei due astri, sia delle energie terrestri, che di astronomia. Naturalmente la mia è una personale interpretazione, ma che è a mio avviso la più logica e realistica finora vagliata.
Conclusioni sulla teoria della raffigurazione di un eclissi
Oltre all’eclissi ci sono molti labirinti, questi possono avere svariate interpretazioni, incluso che siano semplici mappe indicanti sentieri montani, che a volte necessitano di fare strettissime curve parallele dovute alla ripidità di un terreno. A mio personale avviso però, almeno alcuni di essi potrebbero rappresentare percorsi iniziatici che costringono a passare da alcune rocce in un certo ordine, o da alcuni luoghi specifici. Una di queste potrebbe addirittura rappresentare un’astronave da cui fuoriesce qualcuno, cosa che si riallaccia con altre figure che vedremo più vanti e legate al culto solare.
Gli antichi astronauti
Quando parliamo di queste incisioni rupestri, dobbiamo capire di cosa si tratta, quindi, ne farò una descrizione.
Si tratta di due opere principali su cui sono stati scritti fiumi di inchiostri e probabilmente ne verranno scritti tanti altri. Queste figure famose in tutto il mondo per la Teoria degli Antichi Astronauti e le più svariate teorie parallele, non sono tra i graffiti meglio conservati e più facili da osservare. Essi si trovano in due luoghi relativamente vicini ma in rocce separate e sono tra le opere petroglifiche camune più antiche, la famosa coppia di Piloti spaziali con la rosa camuna si trova nella roccia 24 della Riserva regionale di Ceto, mentre la coppia più famosa è nella roccia 1.
Le differenze principali rispetto ad altre figure antropomorfe e/o chiaramente e nitidamente umane, consistono in una sorta di copricapo o casco irradiante che contiene la testa, la postura a gambe piegate e gli oggetti tenuti tra le mani. Quest’ultimi li ritroviamo, come vedremo a più riprese, anche in figure divine di sumer, babilonia, e di altre civiltà imputabili al popolo delle stelle chiamato Annunaki.
Queste caratteristiche, sono quelle che hanno portato i più, tra paleo astronauti, paleo archeologi, cultori dello sciamanesimo, archeoastronomi e persino alcuni archeologi convenzionalmente accademici, a definire queste figure antichi astronauti, angeli o esseri divini.
Prime scoperte e nascita dell’associazione con antichi astronauti
I primi petroglifi furono scoperti nel 1909 e da allora, passando per il 1979 (quando la Val Camonica divenne sito UNESCO) ed oltre, fino al 2018, data dell’ultima campagna archeologica di catalogazione e rilievo delle incisioni rupestri camune, essi sono meta di studi, ma soprattutto di visita, e protagonisti a livello mondiale per le caratteristiche impossibili per il periodo preistorico a cui appartengono.
Queste stesse caratteristiche, in alcuni casi, hanno permesso l’elaborazione e l’affermazione del concetto di antichi astronauti. In entrambe le incisioni rupestri sono due gli astronauti. In una delle due abbiamo anche una rosa camuna, la cui natura è oggi ancora incerta ed oggetto di discussione anche tra i teorici degli antichi astronauti, i quali la etichettano a volte come l’astronave con cui arrivarono questi viaggiatori stranieri.
La rosa Camuna
Dalla catalogazione di oltre 300000 immagini graffitiche della valle, sono emerse 92 rose camune. Si tratta di un simbolo, che oggi rappresenta la Lombardia e le sue antiche origini.
Questa non è la sede idonea per aprire e sviluppare una discussione sulle svastiche di tutto il mondo ed il nesso con il sole esterno (Elio) o interno (teoria della terra cava) e con il centro della galassia (Maya) ed altre cose. Questioni che nel mondo religioso, scientifico e spirituale delle antiche culture terrestri, hanno rappresentato, una costante, presente in tutto il mondo ed in tutte le epoche.
Mi sento però in dovere di suggerire la somiglianza, meglio descritta in un prossimo capitolo, tra la rosa camuna delle incisioni rupestri e la stella della dea Inanna-Ishtar e le incredibili somiglianze della simbologia astronomica e della rotazione di una delle croci che la compongono, attraverso la forma di svastica di alcune rose della val Camonica.
Due esempi di differenti rose camuni li abbiamo a Foppe di Nadro e alla roccia 57 di Vite Paspardo dove si trova una delle rose a svastica.
La Nava Durga di Isthar o stella ad otto punte
Il simbolo ad otto punte associato alla dea Inanna-Ishtar, secondo la tradizione, dovrebbe raffigurare qualcosa di astronomico, le possibilità vagliate e teorizzate dagli studiosi sono tre, vediamole insieme:
- Essa rappresenterebbe le quattro direzioni dello spazio e forse anche del tempo, la cui misurazione avveniva con l’uso dei solstizi e degli equinozi. Sempre secondo questa ipotesi archeologica, una delle due croci potrebbe rappresentare l’equatore galattico, che si interseca con quello terrestre formando una doppia croce sovrapposta. In un determinato periodo dell’anno queste due croci poi, si sovrappongono perfettamente e divengono una sola cosa, per poi ri-separarsi nuovamente.
- Secondo un’altra tradizione, la X rappresenta la costellazione di Orione, tanto importante anche per gli egizi, mentre l’altra croce rappresenterebbe il gruppo stellare delle Iadi.
- La terza ipotesi, vede protagonista il pianeta venere che da sempre è associato alla dea, l’astro del mattino, il lucifero ebraico, il prometeo greco, incarnazione delle dee: Inanna, Ishtar, Lilith, Astarte ed Atena ed altre, associate al culto lunare e venerino della lussuria, dell’amore, della bellezza e della guerra, che veniva spesso raffigurata appunto come una doppia croce o un fiore a otto petali.
Conclusioni sull’ipotesi che lega gli astronauti camuni ad Ishtar
Osservando la posizione degli antichi astronauti, che destreggiano il Rod e l’Hood, ed il significato che li viene dato, la cui corda o anello come vedremo più in dettaglio in un capitolo successivo, servirebbe a misurare il tempo. Siamo davanti al tentativo di raffigurare tramite incisioni rupestri due individui speciali, che cercano o riescono a misurare il tempo astronomico, così come farebbe la dea primordiale Inanna con il suo simbolo stellare? Se ci riflettiamo su un momento, non è soltanto una teoria verosimile, ma una logica deduzione, con altissime possibilità, che sia la giusta strada di interpretazione sia per i camuni che per i mesopotamici ed uno degli anelli di congiunzione tra le due civiltà.
Quei particolari significativi degli astronauti camuni
Il bastone Rod ed il cerchio Hoop sono per esempio rispettivamente lo scettro ed il cerchio misuratore (di corda o catena) della dea Inanna-Ishtar, ma sono presenti in diverse figure, per esempio anche negli antichi astronauti camuni. Approfondiamo quindi un momento la parte sumero—babilonese-ittita che riguarda questi oggetti.
Nel Codice babilonese di Hammurabi, risalente al 1754 a.C. da una parte viene scolpita la figura della dea che consegna il Rod e l’Hoop al re babilonese, dall’altra parte abbiamo il codice vero e proprio. Questi due stessi strumenti sono presenti ed associati alla dea dalle più antiche culture mesopotamiche fino alle ultime, dove essa cede gli strumenti ai re o al dio Marduk, che diverrà potentissimo grazie a questi oggettie e ad un arma invincibile che gli verrà donata. Questo gesto segnerà il declino della dea, che culmina con la discesa negli Inferi, l’Abzu dei sumeri e che la farà poi identificare con la Luna notturna e non con Venere.
Cosa rappresentano i due strumenti delle incisioni rupestri e degli dei sumeri? Interpretano sicuramente due dei tre aspetti temporali del regno, come suggeriscono gli archeologi, ma anche il maschile (verga) ed il femminile (anello), essi inoltre raffigurano anche l’equilibrio tra il divino e l’umano, di conseguenza il potere divino su uomini e religione.
Altri elementi comuni
Oltre alla verga e l’anello, ritroviamo altri elementi comuni con la dea sumera, la quale a sua volta trova riscontri anche in altre antiche civiltà, tra cui per es. quella egizia e quelle della Valle dell’Indo. Uno di questi elementi è il casco che sembra coprire la testa integralmente ed emanare luce, o come alcuni sostengono potrebbe essere associato ad un’aureola mistica ancora in uso nella chiesa cristiana. Essa quindi, potrebbe rappresentare una proto-aureola, o forse sarebbe meglio dire che questa era in origine qualcosa d’altro e che si è perso il suo significato originale, anche se è rimasta nel tempo una cosa sacra.
Gli antichi astronauti camuni, hanno anche una strana postura delle gambe, che ricorda in qualche modo le raffigurazioni della dea Inanna, le cui stesse terminano spesso in zampe ripiegate. La cosa più interessante di tutte, a mio avviso, potrebbe però essere lo stesso simbolo della dea, il pianeta Venere o la congiunzione astronomica precedentemente descritta al capitola sulla Nava durga di Ishtar. In pratica una doppia croce, le cui composizioni sono leggermente diverse, una delle due ricorda dei petali esattamente come la rosa camuna, che qualcuno associa ad un fiore o ad una farfalla, l’altra rimane una semplice croce.
Strani petroglifi e creature sconosciute
Durante le esplorazioni libere del sito delle incisioni rupestri, io ho scoperto uno strano petroglifo in una roccia, questo è in effetti segnalato dalle carte (che ricostruiscono le superfici rocciose ricoperte dagli stessi), ma risulta molto strano e diverso dagli altri. In questo troviamo un guerriero chiaramente umano, munito di spada e scudo, che fronteggia una creatura con una lancia, questa figura potrebbe essere ricoperta da pellicce ed avere una forma insolita, ma in effetti sembra tutt’altra cosa. Vediamola insieme:
Guardando attentamente la figura, sembra di osservare un rettile con lunghe zampe, stare su due arti (una non molto visibile) fronteggiando l’umano in combattimento. Quello che appare strano in questa opera, è che non sono visibili un braccio ed una gamba, la testa è spropositatamente piccola ed appuntita e che la creatura terrebbe una lancia. Questa figura potrebbe essere associata ad un orso o ad un gorilla, ma come farebbero a tenere una lancia?
Parlando della questione con un amico ricercatore della FUI, ma non presente sul posto, si è pensato ad una bestia trafitta da una lancia, ma la postura indica chiaramente che essa è bipede e la lancia è rivolta al guerriero e non può quindi essere conficcata nell’animale. Inoltre il braccio non visibile potrebbe essere nascosto dal corpo così come constatato anche dal mio amico e collega Roberto Lombardini, che avevo nel mentre invitato a guardare l’anomalo graffito. Questo è poi stato anche visionato dalle guide, che sono rimaste perplesse davanti all’immagine rupestre.
La roccia 27 e la divinità farfalla
Una delle caratteristiche di questa roccia è la presenza quasi unica di una figura chiaramente alata. Ma di cosa stiamo parlando? Del dio alato o uomo farfalla, che tanto ricorda il moderno Mothman delle profezie di Point Pleasant negli USA. Prima però di proseguire su questa strada e personale interpretazione, ritengo opportuno citare un’interessante scritto del Professor Emmanuel Anati, nel suo libro: “I Camuni, alle radici della civiltà europea” scritto nel 1982 sull’idolo Farfalla, raffigurato nella Roccia 27 di Foppe di Nadro.
La divinità farfalla e lo sciamanesimo
“Approccio archeoastronomico e sciamanico.
Nello studio sull’apparizione della “farfalla-dorata” al tramonto del Solstizio di Estate nel promontorio del Caprione è stata fatta l’analisi comparata dei due soggetti ed è emersa la comune essenza legata ai principi dello shamanismo:
a)-l’uomo è composto di spirito, anima e corpo;
b)- lo spirito si forma nella costellazione-generatrice e ritorna ad essa dopo la morte;
c)- lo shamano aiuta lo spirito del defunto a raggiungere la costellazione;
d)- la farfalla è l’animale psicopompo in cui lo spirito si incorpora.
Quest’ultimo concetto è stato espresso da Marija Gimbutas come < the embodiment of the principle of Transformation>(Streep P., 1994).
Emerge quindi un approfondimento concettuale nell’approccio all’incisione di Roccia 27, che, pur rimanendo nell’ambito del sacro, consente di entrare all’interno della rappresentazione per specificare che :
– l’antropomorfo inferiore è lo shamano;
– l’antropomorfo superiore è il defunto nell’atteggiamento di lasciare la Terra;
– la presenza delle ali ci riconduce alla farfalla come animale psicopompo.”
Lo sciamano potrebbe avere alle braccia due ali, che simboleggiano il volo della parte spirituale o animica. Potrebbero quindi raffigurare il distacco dal corpo materiale e fisico sottostante, verso il cielo. Ma anche, se questa interpretazione è verosimile, come si spiegherebbero le due braccia rivolte verso l’alto, caratteristiche di molte incisioni rupestri nella vallata? In questo caso infatti, avremmo uno sciamano con quattro braccia e due gambe, la cosa non sembra funzionare e non è per nulla logica.
Divinità farfalla o uomo falena
Come ho precedentemente scritto, lo sciamano alato o se preferite il dio alato delle incisioni rupestri della Val Camonica, somiglia fin troppo al mothman di cui vi ho sopra preannunciato. Questo essere, che appare spesso prima di alcune particolari catastrofi e che apparirebbe ad alcuni prescelti per donare informazioni, proprio atte a prevenire tali eventi, compare spesso in tutto il Mondo, ed in diverse culture passate.
Questa figura antropomorfa è spesso considerata una divinità, un essere superiore o comunque qualcosa, che l’uomo comprende solo nella sua manifestazione fisica. Esso viene percepito come qualcosa di superiore e più elevato.
Alcune teorie sulla divinità farfalla
L’opera petroglifica potrebbe esser stata in effetti ispirata dall’apparizione estiva e cadenzata del dio alato e dorato citato dal Professor Alati. Quest’ultima apparirebbe nel promontorio del Caprione. E’ anche vero, che come ho appena detto, questo tipo di figure appare in diversi luoghi del Pianeta, in raffigurazioni architettoniche ed artistiche, in pitture ed incisioni rupestri: Hopi, nordafricane ed australiane, che potrebbero essere un’importante testimonianza comune a questa della Val Camonica.
Il mothman appare di tanto in tanto nel mondo reale. Esso viene descritto spesso durante le visioni sciamaniche, anche se magari con piccole differenze di caso in caso.
Siamo quindi davanti ad una figura umana, ad un rituale e ad una rappresentazione metaforica? Oppure siamo davanti alla descrizione concreta di una creatura impressa nella roccia, così come la si era vista all’epoca? Io propendo per questa ultima ipotesi. In futuro mi cimenterò in un approfondimento sul caso Mothman e le connessioni con gli uomini alati di tutto il mondo.
Pazuzu il demone, l’antico uomo Falena
In epoca babilonese, Pazuzu era il re dei demoni dell’aria. Egli era malvagio e figlio di un altro demone dal nome Hampa. Queste due divinità ed altre ad esse vicine, hanno una radice sconosciuta. Essi provengono dalla zona assira e risalirebbero all’ottavo secolo a.C.. La provenienza di queste divinità e dei loro nomi è praticamente sconosciuta e gli studiosi ritengono sia quindi esterna alla stessa Mesopotamia. Egli era legato alla femmina Lamaštu la quale uccideva gli infanti, che ricorda molto le leggende delle Lamie (antiche streghe alate). Naturalmente ricordano anche le arpie greche.
In pratica il demone femmina era una Mothman, come del resto anche Pazuzu stesso, una strana coincidenza. Il Dio farfalla della Val Camonica, vorrei ricordare, che ha ali, esattamente come i demoni mesopotamici e il Mothaman della profezia di Point Plesant. Ad esso è stata fatta una statua cittadina e decine di illustrazioni. Queste sono più o meno simili, ma le cui caratteristiche principali sono chiaramente e nitidamente identiche per tutte le versioni. Il Mothman porta o previene catastrofi ed appare in periodi specifici. Queste apparizioni hanno una certa ciclicità nel tempo. Ma parleremo di questo in un altro articolo in futuro.
Giusto per trovare una strana analogia, che potrebbe sembrare una forzatura, l’unico corpo ritrovato nella valle, era proprio di un infante seppellito. Questo fatto mi porta a richiamare ancora una volta il demone femmina Lamaštu, che uccideva proprio quest’ultimi, sottraendoli alle madri. Ovviamente queste mie divagazioni “lasciano il tempo che trovano” ma ritenevo opportuno riportare questo mio pensiero.
Conclusioni
Ciò che spesso è evidente ma sembra folle o ridicolo, potrebbe invece essere la verità o comunque un’interpretazione verosimile e/o più logica. Non dimentichiamo mai, che l’escludere a priori le possibilità, non è logica, né cultura reale, né studio, ma ignoranza ed ottusità, i due più grandi nemici di scienza, archeologia, sociologia e del quotidiano.
Quando parliamo di Val Camonica ed incisioni rupestri, accenniamo a scalfire uno degli aspetti che evidenziano nel mondo diverse storie; culture, dati ed informazioni. Queste sono spesso connesse, tra mistero, mistica, culti, religioni, dei e storia. Mente aperta significa: scoperta, connessione, non escludere nulla, per arrivare alla verità.