Ma quanti fantasmi ci sono nel castello di Gropparello (Piacenza)?
Dopo aver ascoltato i racconti del suo proprietario, mi pare di poter dire che il castello di Gropparello è uno dei luoghi che ospita più fantasmi in Italia. Ma facciamo un passo all’indietro.
Il nome “Gropparello”sembra derivare dal celtico “Grop”, ad indicare un ostacolo naturale, come un rialzo roccioso. Infatti, il manierosorge in un luogo sopraelevato e talmente impervio da renderlo praticamente inespugnabile.
A partire dall’VIII secolo, nel quale nasce con il nome di Cagnano, subìdiversi passaggi di proprietà, come tra gli Anguissola edi Pallavicino, mentre ora è della famiglia Gibelli.
Il racconto del proprietario
Ma veniamo ai tanti misteri, soprattutto ai fantasmi, di cui sarebbepregna la fortezza. È lo stesso castellano a farne menzione.
“Pensi che le mie figlie hanno visto delle luci svolazzare all’interno di una stanza ed in piena notte, così come udito della musica soave, pur in assenza di un qualunque strumento sonoro. Ed una di loro, ha pure notato, tra la torre ed il terrazzinoche vede laggiù, una figura con elmo e cotta di maglia.
Ma a vedere cose strane non sono state solamente loro. Una notte, mio suocero si è alzato per andare in bagno. Casualmente, ed approfittando della luminosità della luna piena, ha osservato una bambina che attraversava il pianoforte, come se l’apparecchio fossefatto d’aria. E, più che camminare, lei pareva scivolare…
Che dire, poi, di quelle due insegnanti che hanno colto, incredule, un paio di fanciulli vestiti da marinarettid’altri tempi che, ovviamente, non potevano essere presenti? E non sarà un caso se una donnaha notatouna figura femminiledal fare scorbutico proprio nel punto della loro apparizione. Forse era la loro maestra di pianoforte. Secondo me, però, si tratta di spiriti o fantasmi legati allo strumento e non al castello.
Ma di bambini parla anche un giornalista, che, un certo giorno, notò una fanciulla dall’apparenza diafana girare sul terrazzino”.
Il proprietario del castello prosegue come un fiume in piena, tanto che è difficile memorizzare le tante informazioni che rilascia (senza dimenticare quanto aggiunge la guida che lo affianca).Forse anche perché oggi i bambini, onnipresenti nel castello, riempiono l’aria di grida stridule e chiassosi schiamazzi.
Comunque sia, un posto del genere non può che essere “pane per i denti” delle cosiddette “sensitive”. Infatti,una di loro è venuta appositamente da Verona per consegnare alla proprietàdel maniero certi messaggi,rilasciati da uno spirito disincarnato. Un’altra, invece, haindicato con matematica sicurezza dove era stata sepolta una povera bimba.A questo proposito, visto che il luogo non può essere scavato, si è pensato bene di farlo benedire (in fondo, male non fa…).
In ogni caso, è consigliabile stare lontano dalle cantine, zona carica di energie negative e dove è situato unpozzo usato dai nazisti per le loro solitenefandezze.
Da altre fonti, apprendo che nel 1260, e semprein questo castello di Gropparello,furono impiccati quattrocento prigionieri di guerra, appartenenti agli eserciti piacentini e cremonesi. Che, naturalmente, ogni tanto farebbero sentire i loro strazianti lamenti…
Il fantasma più famoso
Ma, sempre a proposito di fantasmi, quello per eccellenza è di RosaniaFulgosio, moglie di Pietrone da Cagnano, che fu signore del luogo durante il XIII secolo. Costui la fece rinchiudere in una cella sotterranea, lasciandola morire di fame e di sete. Come mai? Perché era divenutal’amante di tale Lancillotto Anguissola.
La storia è questa. Al vecchio, brutto, basso e storpio Pietrone venne promessa la bellissima e giovanissima Rosania. Questa, nel frattempo, si era innamoratadel bellissimo e giovanissimo Lancillotto. Alla fine,però e come era usanza del tempo,convogliò alle nozze combinate. Poi, successe un bel giorno che Pietrone fu costretto a lasciare il suo castello di Gropparello con l’esercito al seguito,per andare a combattere in un luogo lontano. E cosa fece Lancillotto? Si precipitò alla fortezza, per conquistarla (lui ghibellino, Cagnano guelfo). Naturalmente, non si può escludere che ci fosse anche un secondo fine…
Presumibilmente, i due giovani vissero la loro storia d’amore, anche se per poco tempo. Perché, una delle serve del castellano, avvisò il Pietrone del comportamento “sportivo” della moglie. Lui, mollato tutto e tutti, si precipitò al maniero. Lancilotto fuggì in tempo, Rosania, ovviamente rimase. Ma il marito non la punì subito. Infatti, aspettò l’occasione di un banchetto,durante il quale la fece drogare. Poi, una volta addormentata, incaricò il suo scagnozzo di fiducia di rinchiuderla in una cellapiccola e buia (dove, come detto, morirà).
E “si dice” che sulla pesante porta di ferro che chiuse per sempre la prigione della sventurata, il marito (ancora molto arrabbiato) fece incidere una terribile maledizione. Questa avrebbe colpito tutti coloro che avessero cercato di forzarne l’accesso, o anche solamente provato pietà per la giovane.
Ma, con il passare del tempo, Pietrone si pentì sempre di più del suo gesto omicida. Finché, un certo giorno, pensò bene di ammazzare il sicario che aveva incaricato dell’insano gesto e, sua volta, di gettarsi con il cavallo giù per la rupe su cui si erge il castello di Gropparello.
Che dire, alla fine? L’unica cosa certa è che non esistono riscontri storici di questa vicenda che, dunque, potrebbe essere pura leggenda. Forse è per questo che non è mai stata trovata la stanza in cui la donna venne murata viva. Ma, si sa, la mancanza di prove non è prova di assenza…