Fantasmi è una parola che nel comune immaginario fa rima con castelli. In realtà, queste ipotetiche “presenze”, o come le vogliamo chiamare, possono trovarsi ovunque, dalla casa abbandonata al negozio del centro storico e, perché no, infestare un intero paese. Ed è il caso di Grazzano Visconti, nel comune piacentino di Vigolzone.
Non ci resta, dunque, che armarci di coraggio ed entrare in questo misterioso borgo…
Inizia il tour
Quasi subito appare l’imponente mole del castello, purtroppo non visitabile (almeno al momento della mia visita, alcuni anni fa), salvo il suo cortile centrale. Risale al XIV secolo e costituì la residenza di Beatrice Visconti, la sorella del più noto Gian Galeazzo. Ora è di proprietà dei Visconti di Modrone.
Detto questo, diamogli un’occhiata dall’esterno. Di forma quadrata, ha curiosamente due torri circolari e due con i classici quattro angoli regolari. Come mai questa mancanza di omogeneità? Allora… pare che una volta di quadrate ce ne fosse una sola, quella del mastio. La trasformazione è avvenuta nel corso del tempo, per una sorta di equilibrio formale.
Sul portale di accesso fa bella mostra (si fa per dire) lo scheletro di una taccola. E non è lì per caso. Ricorda l’antica usanza di inchiodare l’animale, vivo o morto, per spaventare i nemici. In pratica il messaggio era: “Se vi avvicinate, farete la stessa fine”.
Prima di accedere, voltiamoci ad ammirare il parco (all’italiana). A dominare, sono le piante secolari dalle lunghe radici ed i prati sempreverdi, su cui zampettano uccelli dalle razze più svariate. Ma, con un po’ di fortuna, si possono ammirare piccoli mammiferi, come scoiattoli e tassi.
Però, guai a dimenticare le tante statue dal sapore mitologico che accompagnano i lunghi viali alberati o che intervallano le siepi curate.
Ora possiamo entrare…
Nel cortile fa bella presenza (anche in questo caso, si fa per dire) la statua di una bassa, brutta e grassa figura femminile.
Chi sarebbe? Ma Aloisia!…
Va detto subito che non ci sono notizie storiche della sua presenza. Quindi, le informazioni sul suo conto hanno un’origine, diciamo, inconsueta…
Partiamo dal più famoso dei fantasmi
Ma lascio la parola alla guida, che prendo da parte durante una pausa della visita. “Fu una dama di compagnia dei Visconti durante il medioevo. Sposò un capitano dell’esercito, spesso via per <lavoro>, nel senso che andava all’estero per combattere. E, lontano da casa, la tradiva spesso e volentieri. Si sa, le malelingue, non mancano mai. E, così, qualcuno riferì alla povera donna le turpi abitudini dell’uomo. Lei finì per morire di dolore… Ma, si sa, il fatto che una persona sia morta, non vuol dire che se ne sia andata. Infatti…
Facciamo un lungo balzo temporale e torniamo al Novecento. Il castellano cominciò a notare degli strani accadimenti. Porte chiuse a chiave ritrovate aperte, pizzicotti lungo il corpo e sberle in faccia durante momenti solitari. E lenzuola che si alzavano da sole…”.
Il mio sguardo interrogativo è un invito a proseguire.
“Così, l’allora duca Giuseppe, decise di guardarci dentro. E cosa fece? Predispose una seduta spiritica. Non ricordo esattamente i particolari, ma ad un certo punto si “presentò” una certa Aloisia. Parlò della sua triste vicenda, e del fatto che da lì non aveva proprio nessuna intenzione di andarsene. Anzi, ancora oggi interagisce ben volentieri con gli “umani”, magari facendone squillare i cellulari e bloccando le loro apparecchiature video e fotografiche… sì, ma solo degli uomini “monelli”…”.
Chiedo alla guida se sia stata testimone di fatti insoliti.
“No, ma al castello non sono mai entrata…”.
Mi incuriosisce l’apparenza del fantasma, così inverosimilmente “brutto”. Parlo con una signora del posto che dice di essere “sensitiva”. Ci incontriamo in un bar del borgo. “Mah… tempo fa evocai il suo spirito, interrogandolo con l’uso del pendolo. E mi disse di essere stata una normalissima persona dai capelli biondi. Come controprova, chiesi ad un’amica, anch’ella “sensitiva”, di contattarla. Ovviamente non gli specificai il contenuto del nostro colloquio. Ebbene… anche lei parlò di una donna carina, bionda e dalle fattezze normali. Solo una incredibile coincidenza?”.
Altri fantasmi, altri misteri
Rimanendo in tema, ricordo che alcuni anni fa partecipai ad un evento pubblico, all’interno del borgo. Un gruppo di “cacciatori di fantasmi” si piazzò all’interno della così detta “casetta dei bambini”, che si trova nel parco del castello. Ebbene, a dire del suo “sensitivo”, c’era una presenza… e questa stava cercando di possederlo…
Ritorniamo ad aggirarci per il borgo, ma con attenzione… Già… il borgo… venne realizzato nel Novecento da Giuseppe Visconti di Modrone, in stile neo medievale. Si dice che fosse un esoterista, amico di Elena di Montenegro, del popolo gitano. Si pensi che al suo funerale aveva richiesto la presenza di nani, di drappi rossi e di quattro persone della stessa altezza, affinché portassero il suo feretro.
Venne costruito per dare bottega ed abitazione agli artigiani. Quindi, non è affatto un villaggio fatto ad uso e consumo dei turisti, come molti pensano.
Comunque, anche in questo luogo, in cui nulla sembra uscire dall’ordinario, ci sarebbero delle persone, diciamo, non registrate all’anagrafe, fantasmi… Infatti, pare che alcuni ristoratori parlino di “luci che si accendono da sole e di porte che sbattono in assenza di correnti d’aria”. Non sono, però, riuscito ad indentificare questi testimoni.
Più interessanti e circostanziate sono, invece, le dichiarazioni che raccolgo da un’abitante del borgo.
“Vedi quella chiesa gotica? È dedicata a Sant’Anna. Risale al Seicento ed era la cappella privata dei Visconti. Conosco tizi che giurano di aver visto un gruppo di suore… ovviamente non in carne ed ossa… sostare davanti alla struttura. Il fatto è che, come detto, me lo hanno raccontato diverse persone”.
E non sarebbe l’unico punto infestato da presenze non di questo mondo.
“Poco lontano da dove ci troviamo ora, c’è un’abitazione privata. Si dice in giro che il proprietario veda le diafane figure di un uomo con una bambina. Curiosamente, una medium che non sapeva nulla e da lui contattata, confermò la loro presenza, aggiungendo che la casa era stata costruita sopra un antico cimitero di bambini”.
Insomma, non credo esista un borgo tanto piccolo quanto pregno di manifestazioni anomale o fantasmi, se preferite, come quello di Grazzano Visconti…