Con due castelli a marcare il suo territorio, Agazzano non può che essere una terradi fantasmi e misteri. Ed è, dunque, su queste imponenti strutture che concentreremo la nostra attenzione.
Rocca Anguissola Scotti Gonzaga – Ma quanti fantasmi!
All’interno del robusto castello,albergherebbe una “presenza” la cui fama si è diffusa ben oltre la provincia di Piacenza.
Ma,prima di addentrarci nella sua storia, occorre un doveroso passo all’indietro.
Il maniero, risalente al X secolo, si presenta molto spoglio. Purtroppo dell’antico mobilio non è rimasto nulla, com’è logico che sia, visto che nella prima metà del Novecento la struttura aveva ospitato molte famiglie del paese (che hanno pensato bene di “alleggerire” le stanze, una volta andate via).
Comunque, qualcosa si è conservato. Come quella curiosa e grossa pietra tombale in marmo bianco che esibisce una lunga epigrafe latina dedicata ad un falco. Si trattava di un animale al quale i castellani erano particolarmente affezionatio, come dice qualcuno, è un semplice tributo ai Gonzaga, nel cui stemma l’aquila è ben presente?
Ritorniamo alla nostra “presenza” ultraterrena citata all’inizio. Questa risponderebbe al nome di Pier Maria Scotti, conte di Vigoleno e Carpaneto, meglio conosciuto con l’appellativo de “Il Buso”. Sembra che il nome derivi dal fatto che questo condottiero del Cinquecento avesse la curiosa abitudine, una volta infilzati gli avversari con la spada, di allargare per bene la ferita, tanto da creare nei malcapitati un vero e proprio buco.
La storia ci racconta che ritornò dalle Americhe per conquistare Piacenza ed i territori circostanti, allora in mano agli Scotti. Ma, nel 1514, venne pugnalato a morte in una locanda del paese di Agazzano e gettato nel fossato del relativo castello da Astorre Visconti e Giovanni da Birago, suoi alleati. Questi si sarebbero risentiti per non essere stati avvisati dell’assalto al maniero (e, soprattutto, per non aver potuto dividere il bottino).
Fu l’ultima delle malefatte del Buso, uomo facile a cambiar bandiera, tanto da essere prima guelfo e poi ghibellino, protagonista di fatti delittuosi e scomunicato dal papa.
Il cadavere non venne mai ritrovato. Da qui l’idea che il suo spirito possa ancora vagare inquieto. Probabilmente, venne trascinato via dal torrente Luretta, nelle cui acque confluivano quelle del fossato (ora diventato un verdissimo prato con annesso giardino).
Le “voci di corridoio” raccontano che, nonostante il suo passato cruento, si presenti agli ospiti del castello in modo tranquillo, con la sua bella corazza scura ed elmo montato da una penna azzurra. Sembra, poi, che ami provocare dei rumori metallici.
A questo spettro, diciamo “ufficiale”, si affiancherebbero i fantasmi di un uomo con barba e capelli ricoperti di brina, e di una donna murata viva.
Più in generale, vi sarebbero porte che si aprono senza una spiegazione apparente, qualcuno giura di aver udito sinistri rumori di catene e che vi sonoluci che si accendono da sole.
Inoltre, ci sarebbe la “faccenda” davvero inconsuetadei vetri, ritrovati nelle stanze del maniero ma dei quali non si conosce la provenienza. A proposito, la guida racconta che un fatto insolito capitò alla stessa principessa del castello. “Un giorno entrò in una delle tante stanze per fare alcune cose. Le finestre erano ben chiuse, visto che la temperatura esterna non consigliava di fare diversamente. Ebbene, il tempo di uscire e rientrare un attimo dopo che una di queste aveva il cristallo frantumato. Come poteva essere successo senza aver provocato il ben che minimo rumore?”.
Rocca Anguissola Scotti Gonzaga – Le doverose indagini
Alcuni anni or sono, un gruppo di ricerche sul paranormale si recò in questo castello di Agazzano per cercare di fornire delle possibili risposte alla presunta presenza di fantasmi. Dall’indagine fatta,emersero sostanzialmente le seguenti anomalie:
– i “sensitivi” del gruppo dichiararono di aver colto al loggiato del piano superiore una figura biancastra muoversi lentamente e poi scomparire (forse un soldato della ronda?); però, i colleghi fotografi presenti non feceroin tempo a riprendere la scena.
– all’interno della struttura venne registrato un rumore dall’apparenza metallica (a dire il vero, udibile distintamente solamente amplificando il segnale originario)
– fra le tante fotografie scattate una, realizzata nell’ultravioletto sul già citato loggiato, mostrò un’apparenza bugnata e non visibile ad occhio nudo.
A gettare altra “carne sul fuoco” del mistero, la testimonianza della guida stessa. “Alla sera, e in più di un’occasione, mi è capitato di udire rumori di passi al piano superiore rispetto a dove mi trovavo. Sicuramente non c’erano altre persone oltre a me, visto che le visite erano finite da un pezzo e il castello non è abitato. Non ho proprio idea di cosa li provocasse”.
Insomma, il caso rimane aperto…
Castello della Boffalora – Fantasmi buoni e cattivi
Ma basta spostarsi di pochi chilometri dal nucleo urbano, pur rimanendo sempre all’interno del comune di Agazzano, per affacciarsi all’imponente castello della Boffalora. Se alla sua struttura robusta si aggiunge una posizione sopraelevata, ecco che un tempo doveva incutere davvero paura a chi vi si avvicinava.
Certo, così non fu per la duchessa di Parma e Piacenza Maria Amalia di Asburgo che qui nel 1773 venne ospitata, durante la sua visita alla Val Tidone.
Un tempo veniva chiamato “Flatus aurae” e fu di proprietà prima degli Arcelli, feudatari della Val Tidone e Val Luretta e poi di tale Girardo Rustici (che finì i suoi giorni dentro al castello, assassinato a scopo di rapina il 13 luglio 1555). Con il tempo, passò ai Barattieri e poi a tanti altri ancora…
Lo si può avvicinare percorrendo un sentiero sterrato. Così, si ha modo di apprezzare la sua forma rettangolare, le quattro torri angolari ed una quinta dalla parte dell’ingresso. Curiosamente, ognuna è diversa dall’altra.
Purtroppo la struttura è chiusa, quindi si può solo “sbirciare” dall’esterno. Ecco, dunque, un ampio cortile ed un loggiato. Ma è difficile andare oltre…
Non rimane che dare un’occhiata a quella chiesetta che si trova a due passi dal castello, a dire il vero non meno chiusa. Si legge che possegga tre navate, che conservava le reliquie di san Felice Martire e che custodisca due altari sovrapposti.
Ma, come ogni castello che si rispetti, anche quello di Boffaloraha il suo bel spirito errabondo. Anzi, più di uno, come i molteplici fantasmi del “fratello” ad Agazzano-paese.
Tutto inizia in un momento imprecisato, quando una bella ragazza di nome Silvia si innamora di un bravo giovanotto. Così, ad un certo punto e con le famiglie consenzienti, decidono di sposarsi. Ma il lieto evento viene rimandato per la grave malattia che colpisce la zia di lei. E la ragazza deve spesso recarsi alla sua casa per curarla, correndo ogni volta il rischio di fare equivoci incontri lungo quella stradina nel bosco che è costretta a percorrere. Infatti, una infausta sera finisce per trovarsi davanti un brutto ceffo dall’apparenza di fantasma…
Così, via di corsa, a rifugiarsi nell’oratorio del castello che sa essere poco lontano. E prega, e poi prega ancora… e magicamente dello spettro sinistro si perdono le tracce. La ragazza è talmente felice, per ringraziare questo dono piovuto dal Cielo, fa voto di castità (e quindi addio alle nozze).
Già… ma la giovane, con il passare del tempo e scampato il pericolo, si pente della affrettata promessa. Così, torna a frequentare il giovane, come se nulla fosse. In realtà, la coscienza gli rode… sa che venir meno a questo genere di giuramenti è peccato grave. Ed inizia a stare male.
La soluzione? Visto che agli occhi della gente pare posseduta da uno spirito maligno, i genitori decidono di portarla da una fattucchiera.
E questa sfoga tutta la sua sapienza… che, in pratica, prevede riti di vario genere, l’utilizzo di pozioni diverse e l’impegno della ragazza a raccogliere certe erbe presso la tal fontana. E così avviene… ma ad un certo la ragazza punto si sente presa da dietro, poi più nulla…
Visto il suo mancato ritorno, scattano immediate le ricerche. Finché, improvvisamente, qualcuno dei cercatori nota che ad una delle finestre del castello si è affacciata una donna… ma è lei, Silvia! Però, nessuno dei presenti ha il tempo di osservare meglio perché la giovane si lancia nel vuoto sottostante. E non si farà più vedere, almeno, non più in carne ed ossa, perchè ora è anche lei tra i fantasmi.