In questa terza parte, vediamo di approfondire dove la paleoastronautica si differenzia dall’archeologia classica e se davvero il mistero di cui parla è reale. Come al solito, procediamo in modo schematico.
OOPARTS
Con l’acronimo OOPARTS l’archeologia eretica indicano quei manufatti che mostrerebbero una tecnologia troppo evoluta rispetto al contesto culturale in cui sono stati ritrovati. Un vero mistero, apparentemente.
Un buon esempio, sono le così dette “lampade di Dendera”. Si tratta di una serie di bassorilievi rinvenuti nel tempio della dea Hathor, nella omonima località egiziana. Furono scoperti nel 1857 dall’archeologo francese Auguste Mariette. Il ritrovamento avvenne sulle pareti di cripte sotterranee. Queste fino ad allora completamente ricoperte dalla sabbia.Il tempio e i bassorilievi risalgono al periodo tolemaico (305 a.C. – 30 a.C.) mentre le stanze al XV secolo a.C.
Se si osserva uno di questi bassorilievi, pare di vedere una vera e propria lampadina, seppur dalla forma eccessivamente allungata, con tanto di filo incandescente al suo interno e di cavo elettrico che fuoriesce dalla sua parte posteriore. Il tutto sorretto da una figura che se ne sta in piedidi profilo nella classica postura egizia.Un reale mistero, dunque?
In realtà, l’immagine delle “lampade” ha un significato di morte e rinascita, dove quello che gli “eretici” interpretano come corrente elettrica all’interno di un bulbo di vetro rappresenta, in realtà, il serpente primordiale che si erge al mattino dal bocciolo del fiore di loto (simbolo del sole nascente), allungato in modo innaturale per poterlo contenere.
Anche perché, viene da chiedersi, se davvero si trattasse di energia elettrica, dove è finito il necessario per produrla? Cioè, le indispensabili fabbriche sono forse ancora sotto la sabbia? Non parrebbe, visto che mai è stato rinvenuto qualcosa in tal senso. Non solo, ma mancano pure le tracce di una tecnologia intermedia; insomma, la capacità di produrre energia elettrica non può nascere dal nulla.
Inoltre, perché i Romani, che conquistarono l’Egitto dopo il periodo tolemaico e sempre molto precisi nel dettagliare le loro conquiste, non fecero alcun cenno a questa eccezionale scoperta? L’archeologia parla chiaro in tal senso. Quindi, nessun mistero in questo caso, come, ahimè, nella stragrande maggioranza dei così detti OOPARTS.
Chiudo l’episodio con una nota. Non è affatto vero, come si legge, che le “lampade” non siano visibili al pubblico, perché ritenute “scomode”. La prova sono le fotografie sottostanti che ho scattato io stesso.Ritraggono due “lampade” nella parte superiore di una stanza, non facilissime da notare, questo sì, ma ben presenti (in ogni caso ci pensano le guide a ricordarle, visto che la loro storia ha fatto il giro del mondo).
Non è come sembra
In pratica, se una cosa appare in un certo modo, non è detto che quella intuitiva sia l’interpretazione corretta. Nell’archeologia la documentazione visiva va presa con molte pinze. In caso contrario altrimenti il mistero dilaga senza ragione.
Prendiamo i così detti “UFO nei quadri”? In effetti, certe immagini di oggetti volanti raffigurati nei loro cieli lasciano pensare… nonostante quasi sempre la spiegazione “ufficiale”, che ovviamente non vi vede alcun UFO, è sicuramente quella corretta.
Ho avuto modo di osservarne uno a Palazzo Vecchio, nel centro di Firenze.
Fa bella mostra nella“Madonna con Bambino e San Giovannino” al piano rialzato della “Sala di Ercole”, subito a sinistra appena entrati nella stanza. E, questo, a dire il vero, qualche dubbio lo lascia.
Chi l’ha dipinto? Si legge che l’opera sia di Filippo Lippi e della fine del XV secolo, ma la cosa è tutt’altro che sicura. Tanto è vero che la didascalia posta dal museo dice tutt’altro (almeno, al momento della mia visita).
In ogni caso, è noto a tutti come il quadro della “Madonna dell’UFO” perché quella strana apparenza tondeggiante posta sullo sfondo in alto a destra, pare davvero il classico disco volante, e cioè un oggetto campanulare, inclinato e circondato da raggi luminosi per darne, forse, l’idea di movimento. Una sorta di curiosa nuvola luminosa, verrebbe da dire.
E ci sono pure un uomo ed il suo cane che paiono osservarla.
È il cosiddetto “annuncio ai pastori”, di cui ci parla nei Vangeli. Ma di una “nuvola luminosa” si scrive solamente nell’apocrifo Protovangelo di Giacomo.
“Si fermarono nel luogo dov’era la grotta, ed ecco una nuvola luminosa adombrava la grotta. E la levatrice esclamò: ‘Oggi è stata magnificata la mia anima, perché i miei occhi hanno visto un prodigio meraviglioso: che è nata la salvezza per Israele’. E subito la nuvola si dissipò dalla grotta e apparve una grande luce nella grotta, tanto che i nostri occhi non la potevano sopportare...”.
Naturalmente non ci sono prove che l’autore si sia ispirato al Protovangelo e che la “Gloria del Signore” (cioè la “nuvola luminosa”), perché di questo in pratica si tratterebbe, non sia davvero un oggetto volante non identificato… insomma, qui il mistero forse ci sta per davvero…
Reinterpretazione in chiave tecnologica
Un evento incomprensibile o curioso del passato può essere rivisto in chiave moderna? Secondo i cultori della paleoastronautica, sì.
Una buona fonte di questi episodi è la Bibbia. E da lì prendiamo il nostro esempio: Sodoma e Gomorra. Tutti conoscono la storia, città distrutte da Yahweh perché “il loro peccato era molto grave“, tramite una pioggia di fuoco e zolfo. L’ordine di non voltarsi indietro impartito a Lot e a sua moglie in fuga non venne ascoltato. Così, per l’atto di disubbidienza, fu trasformata in una statua di sale.
Ora, c’è chi legge nell’episodio una esplosione atomica. Ma se così fosse, come era possibile salvarsi semplicemente non voltandosi? È chiaro che la storia, come molti altri episodi della Bibbia, va letta in chiave simbolica, in pratica, una condanna ai costumi corrotti degli abitanti delle due città.
E a proposito dello scarso valore storico della Bibbia, si pensialla vicenda del sole che si fermò nel cielo diGabaon, durante la battaglia fra Israeliti e gli Amorrei. Successe quando Giosuè, per avere una vittoria totale su un nemico sconfitto e in fuga, si rivolse al solee gli disse: “O sole, fermati su Gabaon, e tu o luna, nella valle di Aialon”. È evidente che non può essere andata così, senza essere esperti di archeologiao astronomia (anche se potrebbe far riferimento un reale evento astronomico, come ad una eclissi)…
Nella prossima ed ultima parte, parleremo di alcune storie che davvero sfidano anche l’archeologia “ufficiale”…