Siamo ad in inizio Novecento, quando a Casaleno, una piccola frazione di Pellegrino Parmense, sta per succedere qualcosa che farà gridare al miracolo.
Ma facciamo un passo all’indietro.
L’antefatto
Modesta Gatti, moglie di tale Alberto Tanzi, all’età di 26 anni viene colpita da una forma particolarmente grave di nefrite. In pratica, le rimangono pochi mesi di vita, nonostante in ospedale siasottoposta alle migliori cure possibili. Saputa la ferale notizia, il suo pensiero corre immediatamente al marito eai suoi due piccoli bimbi, destinati a rimanere soli in questo mondo di tribolazioni.
Come è usanza del tempo, le viene permesso di morire nel proprio letto, cioè a Case Madoni, vicino a Casaleno.
Lei, in realtà, di morire non ha alcuna intenzione. E, armata dalla propria fede, implora la Madonna di aiutarla, sperando in un miracolo celeste. Lo fa giorno e notte, sgranando un vecchiorosario. In cambio, promettedi far collocare una Sua statua dietro l’altare maggiore della chiesa di Grotta, un pugno case poco lontano da Pellegrino Parmense, famoso per la sua antica torre diroccata.
Il marito concorda con l’acquisto della scultura, nonostante di soldi ne girino pochi. In fondo, si tratta delle ultime volontà della sua amata moglie e non ha il coraggio di dirle di no. Però, i denari sono davvero pochi e non bastano di certo per comprareanche la più modesta delle statue.
Ma, ai tristi pensieri dell’uomo, viene in soccorso la moglie stessa. Infatti, pur malata, si alza dal letto e va a bussare di casa in casa per chiedere l’elemosina. Il marito non può certo darle una mano, visto che deve continuare il lavoro dei campi e nel pollaio,per sfamare le quattro bocche della famiglia e le numerose galline.
Il miracolo
Nel frattempo, la Vergine, forse colpita da tanta determinazione unita ad altrettanta devozione, non rimane muta alle preghiere della donna. Perché un certo giornoModesta sente una voce che le sussurra chiare parole: “Modesta vai a casa che sei guarita”. La donna si blocca istantaneamente e si guarda in giro, immaginando di essere seguita da qualcuno. Ma non c’è proprio nessuno. Ora, non ha più dubbi. È stata davvero Lei a parlarle! Il miracolo è avvenuto!
A quel punto, viene pervasa da una gioia immensa e di pari passo acquista un’energia infinita. Tanto che, di corsa, raggiunge la propria casae grida al marito quanto di straordinario le è successo. A dir la verità, lui subito non ci crede molto. Ma i giorni passano e la salute migliora a vista d’occhio. Così, anche l’uomo deve arrendersi alla stupefacente evidenza. Nel frattempo, dalle parti di Pellegrino Parmense corre l’anno 1913…
Naturalmente, la statua viene acquistata e posta dietro all’altare, come da sacra promessa. Per la cronaca, nel corso degli anni è sottopostaad alcuni interventi di restauro che, però, nealterano i colori originali (complimenti…).
Modesta morirà il 27 dicembre 1955,battendo la testa cadendo dalla scala a pioli del pollaio ed il marito, affranto dal dolore, la raggiungerà un mese dopo.
Alla fine, le colline di Pellegrino Parmense hanno davvero ospitato un miracolo, oppure si è trattato di una straordinaria regressione naturale della malattia o piuttosto il risultato di un potente effetto placebo? Difficile dirlo, però, un salto in zona è doveroso…
Ma, a proposito di fatti prodigiosi, di “miracolo” si accennerà anche negli anni Settanta, quando Sofia Loren si recherà nella vicina Salsomaggiore Terme per diventare mamma, sperando nei poteri taumaturgici delle sue acque. Ed effettivamenteun bel giorno si accorgerà che… ma questa è tutta un’altra storia…
La visita in loco
Torniamo, dunque, dalle parti di Pellegrino Parmense, perché rimangono due punti da chiarire.
La casa della miracolata Modesta Gatti è ancora in piedi? E, se sì, dove si trova esattamente?
Così, partendo da queste premesse, in una assolata giornata di aprile inizia un’avventura su e giù per le colline dalle parti di Casaleno, “quattro case” vicino a Grotta.
Già… perché, le informazioni che avevo raccolto a suo tempo, raccontavano che si trovasse a “Case Madoni, vicino a Casaleno”.
Naturalmente, mi fermo a Grotta, il “centro” più importante che precede, come detto, il modestissimo Casaleno, per avere indicazioni maggiormente precise. Purtroppo, ci sono in giro solo tre persone. La prima, solitaria, sta zappando.
“Mai sentito parlare di questa storia del miracolo… e nemmeno del gruppo di case che mi dici…”, confessa un signore di mezza età che, dall’accento, non sembra essere un indigeno.
Poco più in là, sento discutere un anziano ed un giovane, forse, nonno e nipote.
“Boh… non so niente…”, attacca e chiude laconico il più vecchio dei due. Che vada meglio con il giovinastro che lo accompagna?
“Noi non ci occupiamo di certe cose”, sostiene lapidario. Come a dire, “prima te ne vai e meglio è”.
La faccenda si complica
Così, non mi resta che avviarmi a quel minuscolo pugno di case che va sotto il nome di Casaleno, sperando di trovare qualcuno (e già sarebbe un successo) e magari anche disponibile.
E la fortuna sembra girare, perché incontro quasi subito una signora che sta depositando un sacco di plastica nel cassonetto dell’immondizia.
“Ah… certo, me la ricordo bene la storia del miracolo, anche perché, nel corso del tempo, la casa era stata acquistata da mio zio. Ma vieni, che ne parliamo con la mamma, cioè sua sorella”.
Così, seduta in poltrona e davanti alla tv accesa, ecco, una corpulenta ed anziana signora che attacca subito a parlare.
“Ti hanno detto che è da queste parti? Mica vero… devi seguire la strada che porta al campo da golf e poi… (NdA tralascio i dettagli di una spiegazione decisamente particolareggiata)”.
La donna prosegue.
“Sì, la casa è molto vecchia, tanto vecchia che deve avere un certo valore storico. Perché mio fratello non ha mai potuto abbatterla, nonostante con il tempo sia <data giù> parecchio. Ora lui ci abita proprio di fronte”.
A questo punto, non mi rimane che seguire pedissequamente le sue indicazioni.
Lascio la macchina in località “Oratorio”, sempre nel comune di Pellegrino Parmense, così chiamata, mi dirà un signore che avrò modo di incontrare durante la mattinata, “perché parecchi secoli fa lì c’era una specie di convento”.
Il sentiero sale, disegnando curve a destra ed a sinistra.
Poi, finalmente, arrivo alla casa “benedetta” (in tutti i sensi…). Come previsto, è davvero in condizioni pessime. Decisamente meglio appare la casa dirimpettaia, quella abitata dal fratello della mia informatrice, e proprietario di entrambi gli immobili.
Il cane che ha cominciato ad abbaiare a “chilometri” di distanza, prosegue imperterrito anche quando gli sono a pochi metri. Ma, più che aggressivo, pare spaventato, tanto che si mantiene a debita distanza (cioè, se io avanzo, lui retrocede, se io retrocedo, lui avanza).
In giro, però, non pare esserci anima viva, anche se le finestre spalancate e la porta socchiusa, suggeriscono tutt’altro.
Suono alcune volte il campanello ed invoco a gran voce la presenza di qualcuno. Ma, niente. Solo silenzio.
È la casa?
Non mi rimane che osservare la fatiscente casa in cui pare aver abitato Modesta, cioè colei che sosteneva di aver udito la voce della Madonna e di aver beneficiato di un miracolo. È davvero “messa male”. Pare come “aperta in due”, con il tetto, quando presente, che sembra stare in piedi per “i quattro venti che tirano”. Insomma, meglio starci alla larga.
Ma, a rigor di logica, non ho la certezza che questa sia davvero la casa che sto cercando, nonostante abbia seguito le indicazioni della “nonna” e trovato riscontri alle sue affermazioni. Sì, perché non c’è nessun cartello con scritto “Qui visse…” o una cosa simile, e neppure una persona che, davanti ad essa, mi dica “sì, è proprio questa”. Ma, soprattutto, non si trova nel luogo di cui mi avevano parlato a suo tempo. Ricordo, infatti, che si faceva riferimento a “Casaleno” e non ad “Oratorio” (cioè, la novità della mattinata), due località che si trovano alle estremità di Grotta. Insomma, si tratta di due posti ben distinti, seppur in linea d’aria non lontanissimi.
A complicar la faccenda, le dichiarazioni di un signore che incontro lungo la via del ritorno, quando la coppia di case è ancora in vista.
“Che lì ci abitasse una Gatti? Non credo proprio, qui di <Gatti> non ce ne sono mai stati”, sostiene con mia profonda delusione. Però, aggiunge, accendendo un filo di speranza, che “dove sei appena stato è proprio Case Madoni”, cioè la piccolissima località di Pellegrino Parmense dove abitava Modesta Gatti con la sua famiglia.
A questo punto, foto alla mano, non mi rimane che tornare dalla “nonna davanti al televisore”. Stavolta riesco a parlare solo con la figlia, intenta a far dei lavoretti in giardino. Sfilati i guanti ed individuato un luogo ombreggiato, guarda le immagini. “È tanto che non passo di là, ma direi che al 99% si tratta della casa che stai cercando”, afferma con una buona dose di sicurezza. Gli spiego la faccenda del signore e della mancanza dei “Gatti”. “Mah… mio zio la comprò parecchi decenni fa, e lui aveva un altro cognome. Quindi, è probabile che quell’uomo non abbia memoria per cose tanto vecchie”.
Comunque sia, l’unica certezza è che, quando si parla di Casaleno, la confusione regna sovrana.
Perché il cartello stradale che porta alla località indica “Casalino”, la signora che ho appena lasciato parla di “Casaleno”, il sito del Comune di Pellegrino scrive di un Casaleno e Casalino di Grotta, il sito internet http://italia.indettaglio.it/ di un “Casalino e Casalino I”, il primo, con quattordici abitanti a 398 metri sul livello del mare, il secondo di undici a 615…
Interessante! Mio nonno Biasoli aveva una casa di sasso a Casaleno, ora di proprietà di mio cugino, proprio vicino alla strada e davanti c’era un vascone dove si poteva attingere acqua di fonte.. da bambini io e mio cugino partivamo alla volta della casa del nonno per fare il “San Giovanni “… della storia del miracolo non ne ho mai sentito parlare…ma ho ancora dei parenti Gatti a Casaleno.
grazie Tiziana per eventuale tua testimonianza, purtroppo il ricercatore che ha scritto l’articolo non fa più parte di questa Associazione, ma semmai vorrai postare qui qualcosa in risposta ancora a questo articolo, fallo serenamente, lui legge comunque e sevorrà può rispondere