Berceto, il fatiscente borgo di Bussetolo.
Trovare le indicazioni di un luogo abbandonato, com’è Bussetolo, non risulta cosa semplice. Poi, una volta avute, lo si può raggiungerepiuttosto velocemente.
Stiamo parlando di quel piccolo gruppo di case denominato, appunto, “Bussetolo”, adagiato su una modesta balza poco lontano dall’Autostrada della Cisa, nel comune parmense di Berceto.
Dicevamo della difficoltà ad individuarlo… sì, perché nella stessa Ghiare di Berceto, il paesino che si trova a pochi chilometri di distanza, tutti cascano dal classico “pero”. Saranno le poche parole di un anziano signore che sta camminando lungo la strada che lascia il paese, ad indirizzare me, mia moglie Thea e l’amico Paolo nella giusta rotta.
Così, abbandonata l’auto presso una vecchia casa cantoniera, ora ristrutturata, imbocchiamo una stretta salita sterrata. Si inerpica veloce, rallentando in un paio di anse,ma porta a destinazione in pochi minuti.
Il pugno di case
Ed ecco apparire una prima abitazione, dal tetto crollato e dalle pareti che si reggono a fatica.
A dividerla da un’altra sistemata ancor peggio, il medesimo sentiero che abbiamo appena battuto.
Nei pressi, un altro piccolo gruppo di costruzioni, ma che ormai non mostra più nulla dell’antico splendore.
Così, l’unico elemento di vero interesse è un misero oratorio, dal quale svetta una piccola torre. Una voltadava alloggio ad una campanella, oggi probabilmente custodita in una qualche casa, a memoria di un tempo glorioso. Poco più sotto, una modesta apertura circolare, forsea ricordo di un rosone vetroso, ed un’angusta porta d’accesso,chiusa da una volta a semicerchio. Ora, la struttura è circondata, anzi, quasi protetta,da una quantità impressionante di erbacce ed arbusti spinosi. Che, però, non fermano i nostri intenti curiosi…
Sbirciando al suo interno, a colpire è la nicchia colorata posizionata nell’abside. Ora, non mostra che un brillante cielo azzurro,trapuntato di stelle. Probabilmente, custodiva una statua della Madonna, viste le tracce di una grande“M” disegnata poco più sotto.
Il resto, dal pavimento, alle pareti, al soffitto, è solo fatiscenza, con diversi gradi di devastazione.
Proviamo a ragionare
Ma l’esistenza di questo oratorio ci porta a sviluppare alcuni interessanti ragionamenti.
La presenza di un luogo di culto, seppur modesto, ma con una rappresentazione artistica che non pare di second’ordine in un contesto abitativo i cui elementi si contano sulle dita di una mano, può significare solamente una cosa: che i loro proprietari erano benestanti. La cosa appare ancor più singolare nel momento in cui, paesi abbandonati della collina parmense ben più popolosi come Ca’ Scapini e Lavacchielli, ne sono assolutamente privi (solo nel primo,è presente una minuscola maestà).
Altro punto che mi sembra condivisibile, è il periodo di allontanamento daquesto piccolo borgo di Bussetolo, sostanzialmente retrodatabile di alcuni decenni. Infatti, facendo un confronto con altri centridell’Appennino che hanno subito la medesima sorte,e per i quali la data di distacco è ragionevolmente conosciuta, il suo abbandono potrebbe riferirsi agli anni Sessanta del secolo scorso.
Ora, la chiesetta è la struttura meno fatiscente, quindi è possibile che sia fra le ultime ad esser stata costruita. Detto in altre parole, quando il paese venne lasciato a sé stesso, la gente conduceva una vita relativamente agiata (sennò non avrebbe edificato la più giovane chiesetta).
Quindi, come mai ha lasciato le case? Non certo perché “andava male” o perché il luogo fosse isolato, visto che il borgo di Ghiare è a un “tiro di schioppo”.
Allora, perché?…
In realtà, il ragionamento potrebbe essere viziato da un particolare: il numero degli edifici presenti. Perché, gironzolando non troppo lontano dalle strutture fatiscenti, si nota un muretto, affiancato da una breve scalinata. Al di là che non sia chiaro a cosa serva il piccolo artefatto, la sua realtà suggerisce che un tempo a Bussetolo esistevano altre abitazioni, oggi scomparse.
In quest’ottica, la presenza di un luogo di culto non sarebbe inconsueta, viste le tante persone da servire. Così come la sua costruzione potrebbe essere stata finanziata dalla comunità stessa, con un modesto contributo reciproco.
Insomma, in mancanza di dati certi, ogni ragionamento potrebbe rivelarsi capzioso.
La speranza, di noi che siamo lì silenti e pensierosi davanti alle tracce di un tempo che fu,è in futuro di raccogliere nuove informazioni che possano dirimere i dubbi sopra citati.
Nel frattempo, le pietre corrose, mute e sferzate dal vento, mantengono inalterati i loro segreti…
Ci sono novità
Il tempo passa, e gli auspicati aggiornamenti sul paese abbandonatoarrivano. Anche se, a dire il vero, lasciano in sospeso quasi tutti gli interrogativi che abbiamo poco sopra citato.
Ma procediamo con ordine…
Da dove deriva il nome Bussetolo?
Forse da “buxus”, cioè “bosso”, l’arbusto cespuglioso sempre verde, ben presente nella zona.
Al contrario, qualcuno, che forse vuol far l’eccentrico, lo fa provenire da “bussetto”, un utensile che serve per riparar le scarpe (già, ma cosa c’entra? che in paese fossero tutti calzolai?…).
E non da meno sono quelli che pensano possa riferirsi a “bussolo”, cioè quel vasetto utilizzato per custodire piccoli oggetti.
La verità è che non si conosce l’origine del nome.
Vi è qualche certezza in più sulla sua comparsa nella scena montana. Perché, sotto la denominazione di Busetto, Busetolo, Bosetolo e Busseto appare in alcune cartine del Settecento, come luogo di transito e di collegamento fra il Ducato di Parma e Piacenza ed il mar Ligure. Strada che, in realtà, venne realizzata solo due secoli dopo, ma che un paio di secoli prima fu motivo per cartografare quel territorio in cui la si voleva costruire.
Sempre a proposito di ciò che si conosce, la rivista “Per la Val Baganza” nel suo numero annuale del 1999 spiega come doveva presentarsi il paese nel periodo del suo massimo “splendore”. La parte del leone la doveva fare il complesso appartenuto a tal Domenico Pinardi e composto da “…corte rustica, capanna, orto e vigna…”. Ma si parla anche di “…una casa contraddistinta da un elemento a torre…” e di “…un oratorio, che sorge a margine del borgo…”. Infine, un accenno ad “…un grande fabbricato adibito a ricovero per gli animali…”, che forse si riferisce a quel “muretto e scaletta” citati nel primo articolo. E, tutto attorno al paese, distese di frumento e filari di vigne che, dall’oratorio, si portavano nei pressi all’attuale autostrada. Senza dimenticare i frutteti che accompagnavano le rive del torrente Manubiola.
Ma ritorniamo agli interrogativi precedentemente elencati.
E, cioè, il paese, quando venne abbandonato, perché, quanto era grande e, di conseguenza, aveva un senso la costruzione di un insolito oratorio?
Tutte domande che rimangono sostanzialmente senza una risposta, salvo, forse, quella che richiama la causa della sua evacuazione. Che sia, allora, da ricercare in quella nota a piè di pagina riportata dalla citata rivista, che a sua volta fa riferimento ad una certa indagine geologica, che parla di una “zona agricola su terreno predisposto al dissesto”?
Insomma, il luogo potrebbe esser stato abbandonato per l’instabilità della superficie.
Già… ma lì le frane ci sono davvero? A guardarsi intorno, dalla balza di Bussetolo, non si direbbe, anche se come dice l’amico Paolo, “di smottamentive ne sono stati fra Ghiare e Corchia”, due località sempre nel comune di Berceto. Chissà…
Chiudiamo con una curiosità confessata sempre da Paolo, esperto di minerali, nonché di “misteri”. E cioè che “nel parmense solo nella zona di Ghiare e dintorni, quindi anche Bussetolo, si trovano giacimenti di millerite e magnetite”.
Al di là della singolarità del fatto, si tratta di due pietre che, per certi versi, si portano dietro un che, se non di enigmatico, almeno di bizzarro.
Pare, infatti, che la millerite sia un minerale piuttosto raro in Italia, tanto da trovarsi unicamente, oltre che nel luogo sopra citato, nel modenese, nel bolognese ed in Sardegna. Deve il suo nome a tale William Hallowes Miller, da non confondersi con quel William Miller, vissuto nello stesso periodo che, dopo aver studiato accuratamente la Bibbia, concluse che il mondo sarebbe finito tra 21 marzo 1843 e al 21 marzo 1844. Fu talmente convincente nella sua predicazione che molti vendettero o donarono i propri beni…
Più interessante il discorso legato alla magnetite, il minerale con il più alto tenore di ferro, in quanto possiede forti proprietà esoteriche. Perché aiuta a “restare con i piedi per terra”, favorisce la stabilità dei comportamenti, agevola a radicarsi nel territorio e nelle situazioni. E, non da ultimo, è in grado di accelerare i processi di guarigione.
Insomma, tutti vorrebbero vivere in un luogo dove è presente la magnetite. Già… a questo punto risulta ancor più incomprensibile il perché dell’abbandono di Bussetolo…