La scoperta della massa metallica al Polo Sud della Luna nel cratere Aitken apre nuovi quesiti sul nostro satellite.
La rivista GeophysicalResearchLetters, ha recentemente pubblicato i risultati di una ricerca scientifica effettuata sulla base dei dati raccolti da due missioni lunari effettuate della NASA, la GravityRecovery and InteriorLaboratory (GRAIL) e la LunarReconnaissanceOrbiter.
La massa metallica
Attraverso lo studio di questi dati, durato diversi anni, è infatti emersa una differenza tra la topografia della superficie lunare ed il suo campo gravitazionale che ha indotto gli scienziati a pensare di aver individuato sotto la superficie del Polo sud-Aitken un enorme ammasso di metallo, situato a circa 13 km di profondità e ricco di ossidi di titanio, la cui grandezza è stata stimata essere circa 5 volte maggiore della Big Island delle Hawaii.
Il bacino Polo sud-Aitken è un enorme cratere di circa 2500 chilometri di diametro situato nella faccia nascosta della Luna a sud dell’equatore ed è il più grande cratere mai osservato prima dai planetologi.
Sulla sua origine (risale a circa 4 miliardi di anni fa) vi sono diverse ipotesi tra le quali la collisione con la Luna di un asteroide a bassa velocità. Ora, i ricercatori della NASA, con l’individuazione di questa enorme massa metallica situata nel sottosuolo e la rilevazione di un aumento del campo gravitazionale proprio in corrispondenza del cratere, pensano che l’anomalia possa avere una stretta connessione con l’origine del bacino. Una delle spiegazione più accettabili alla formazione di quell’enorme ammasso metallico, potrebbe essere che il metallo contenuto nell’asteroide, che ha dato origine al cratere, sia stato letteralmente inglobato sotto la superficie lunare, oppure che esso si sia formato con il vulcanismo, quando il magma lunare fuoriuscendo da sotto la superficie, raffreddandosi, si solidificò. Ulteriori risposte potranno venire, probabilmente, dalla missione cinese Change4 che attualmente sta monitorando ed attraversando proprio il cratereAitkem con il suo rover Yutu2.